Sette giorni, che non è la minaccia nemmeno troppo velata del film horror The Ring. Ma il periodo in cui la Roma di De Rossi si gioca un grosso pezzo di stagione. Ne mancano solo due al derby da vincere a tutti i costi. Per l’orgoglio (un successo manca dal marzo 2022) e soprattutto per la classifica. Per Daniele una sfida che non sarà mai come le altre. Lo ha vissuto da giocatore delle giovanili, da calciatore della prima squadra, da tifoso in Sud e ora da allenatore.
Un nuovo esordio dopo quello del 9 novembre 2003 quando entrò al posto di Cassano per gli ultimi 7 minuti anche se il primo in assoluto risale addirittura al 1995 quando giocava con gli esordienti. Entrambi finirono 2-0 per i giallorossi. Poi, ad ogni vigilia, la notte scorreva lenta tra voglia di giocarlo e paura di perderlo.
Tra unghia mangiate, cartellini (13) e un paio di gol. “Ma negli ultimi derby dormivo, lo giuro“, ha scherzato DDR. Spesso è sfociato in gioia al fianco di Totti e degli 193 compagni passati negli anni, altre volte in dolore come in quel maledetto 26 maggio. Giovedì poi ci sarà il Milan a San Siro dove è in palio il primo timbro per le semifinali di Europa League.
Insomma una settimana niente male per De Rossi che alla fine di questo mese infernale scoprirà il suo futuro. I Friedkin, infatti, si sono presi tempo per pensare al rinnovo. Le sensazioni sono positive, ma molto (come al solito) dipenderà dai risultati che fin qui sono soddisfacenti: 23 punti in 10 partite e il doppio turno europeo superato. Ora però bisogna combattere le insinuazioni post Lecce secondo le quali l’effetto “novità” sarebbe già finito. Daniele lo sa e ha messo la Roma al primo posto nonostante la corte nemmeno troppo segreta della Fiorentina.
FONTE: Leggo – F. Balzani