Impara dal passato, vivi nel presente e spera nel futuro. Una delle tante lezioni di Einstein, contenuta in questa sua citazione, può tornare utile anche di questi tempi dentro le mura di Trigoria. Mentre si cominciano a fare teoria sul mercato di riparazione, con una rosa da completare affinché sul campo Ranieri riesca ad aggiustare la classifica disastrosa maturata fin qui, è importante anche guardarsi indietro, alla sessione estiva e a quelli che, arrivati a dicembre, se non somigliano ad errori poco ci manca.
Premettendo che è ancora presto per dare giudizi definitivi su molti dei nuovi arrivati, si può però al contrario già affermare come, fin qui, la vera nota lieta sia rappresentata da Manu Koné.
Arrivato nella Capitale soltanto nell’ultimo giorno di mercato – il suo aereo atterrò il 30 agosto a Ciampino – Manu Koné è stato acquistato in prestito dal Borussia Moenchengladbach, con l’obbligo di riscatto fissato a 17 milioni di euro più 3 di bonus.
Al classe 2001 quinquennale da circa 3 milioni netti a stagione, per un’operazione che guarda al presente sì, ma anche al futuro. Koné, infatti, rientra in quella tipologia di profili sostenibili e a lungo termine che la Roma ha ricercato per gran parte del suo mercato estivo.
Una sessione portata avanti solo in parte da Florent Ghisolfi, arrivato a giugno in città, dove ha trovato una presenza ingombrante come quella dell’ex Ceo Lina Souloukou che, sotto consiglio di alcuni procuratori fidati, aveva già impostato il lavoro. Il tutto alla ricerca di una difficile comunione d’intenti con le idee di Daniele De Rossi.
Ecco, se dovessimo individuare una delle operazioni su cui DDR ha avuto più voci in capitolo quella è proprio la trattativa che ha portato Manu a Trigoria. Un profilo che non convinceva tutti, non tanto per le sue qualità, tanto per le caratteristiche simili ad altri giocatori già acquistati in estate. (…)
Dopo un iniziale periodo d’adattamento, non semplice visto i due esoneri di De Rossi e Juric, Koné ora è in evidente crescita. A testimoniarlo ci sono i numeri del suo rendimento, col francese sempre titolare nelle ultime 7 partite, tra coppa e campionato. Nessuno, tra i romanisti, ha vinto più duelli di lui in mezzo al campo (59, come Cristante). (…)
Se Koné si sta trasformando in certezza, gli altri 10 nuovi arrivati a Trigoria stanno faticando non poco ad emergere. Partendo da dietro, Ryan non ha ancora giocato un minuto, ma questo non sorprende, visto il ruolo da secondo portiere. Hummels comincia a vedersi soltanto ora, dopo l’oblio a cui l’aveva destinato, chissà perché, Juric. (…)
Da quel giorno, senza lesioni muscolari, non è più a disposizione. Sulle fasce, le tre scommesse Sangaré, Abdulhamid e Dahl hanno trovato poco spazio e non hanno convinto, costringendo Angeliño e Celik agli straordinari. A centrocampo Le Fée, costato 23 milioni e voluto fortemente da Ghisolfi, dopo una certa continuità d’impiego sotto la guida tecnica di Juric non ha ancora giocato neanche un minuto con Ranieri.
L’importante investimento fatto su Soulé deve ancora dare i suoi frutti. Fin qui Matias, che nelle idee di qualche dirigente doveva sostituire Dybala, ha segnato un solo gol nella sconfitta di Verona. Infine, i problemi fisici hanno frenato Saelemaekers – frattura al malleolo – e Dovbyk – noie al ginocchio -, con comunque 6 gol all’attivo. Certezze poche, dubbi tanti. (…)
FONTE: Il Romanista – S. Valdarchi