Nel calcio c’è poco spazio per la giustizia e la storia è piena di partite stregate, fatte di pali, traverse e miracoli del portiere. La Roma sta per farci i conti, poi Tammy Abraham ha trasformato il rigore per il gol più tardivo della storia giallorossa, al termine dell’azione più rappresentativa del match, con due traverse consecutive, finita con il check al VAR per il calcio di Maggiore a Zaniolo. Fino a quel momento non si era sbloccata la partita, per motivi misteriosi: la Roma ha prodotto 4,36 xG, un dato altissimo, contro lo 0,37 dello Spezia.
I giallorossi sono stati in completo dominio della partita, Provedel è stato protagonista del match e ci sono stati fin troppo errori sotto porta, nonostante la squadra di Motta fosse in 10 dal primo tempo per il rosso ad Amian. Il tecnico dello Spezia ha provato a fare il “Mourinho”, chiedendo alla squadra di resistere, ma per la terza volta di fila è stato sconfitto nel finale.
Bello l’omaggio dello Spezia, in cui gioca Kovalenko: i bianconeri sulla maglietta indossata nel riscaldamento avevano la scritta “stop war”. Avrebbero voluto indossarla anche per il pre-gara, ma il regolamento della Lega non lo ha permesso. Motta ha cambiato l’assetto di gioco abituale, passando al 4-3-3, ma Kiwior si è trovato spesso tra i due trequartisti giallorossi. La Roma è partita forte, giocando sempre in verticale, alle spalle della difesa Spezzina.
Una parata di Provedel su Mancini a inizio gara aveva preannunciato la giornata di gloria del portiere bianconero. Poi un palo colpito da Pellegrini, con il tiro deviato dal portiere, e un’occasione per Abraham. Nel secondo tempo c’è stato l’assedio giallorosso: Mourinho ha ordinato l’avanti tutta, facendo inserire Zaniolo al posto di Mancini. I pericoli sono arrivati in serie, nonostante i troppi errori sotto porta.
Diversi tiri di Pellegrini, una conclusione larga di Veretout, una finita alta di pochissimo di Mkhitaryan, un salvataggio sulla linea di Erlic su un tap-in di Shomurodov. Un assedio. Sembrava tutto inutile per la Roma, nonostante il 4-2-4 finale, fino al fallo da rigore su Zaniolo. Giusto così e la Roma può ancora pensare al quarto posto.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. Frosio