La fretta è una cattiva consigliera, soprattutto quando ballano decine di milioni di euro e la musica del fair play finanziario deve necessariamente andare a tempo. Così il ds della Roma, Frederic Massara, ha rinviato alla primavera i dialoghi sui prolungamenti di Dybala, Pellegrini, Celik ed El Shaarawy, tre titolari e il capitano di inizio stagione di una Roma che con Gasperini sta viaggiando a velocità elevatissime.
Il buon proposito di aprire i tavoli delle trattative in autunno è saltato. La Roma ai calciatori in scadenza ha chiesto tempo – troppo importante il mercato di gennaio per avere distrazioni – anche se nel frattempo ha cominciato a dialogare con Cristante e Mancini, entrambi con l’accordo in scadenza nel 2027, considerati probabilmente più centrali nel progetto oltre che maggiormente sostenibili dal punto di vista economico.
Non che Pellegrini valga meno dal punto di vista tecnico, ma rispetto ai due colleghi guadagna quasi il doppio. Il suo è uno stipendio che arriva a 6 milioni netti annui, 6,5 con i bonus legati a presenze e gol, cifra concordata alla fine del 2021 con l’allora general manager Tiago Pinto (…).
Prossimo allo svincolo e protagonista di una grande stagione – la prima con Mourinho – la sua forza contrattuale crebbe. Dybala guadagna ancora di più a causa di un accordo a salire che in questa stagione ha raggiunto la soglia degli 8 milioni. Lui e la Roma, nel momento della firma, si erano promessi di rivedere queste cifre al ribasso proprio per evitare lo stallo attuale; la Roma però non si è mai mossa verso la Joya, che come Pellegrini vorrebbe restare dicendosi pure disponibile a fare dei sacrifici di natura economica.
Lorenzo e Paulo insieme, tasse incluse, arrivano a costare alla Roma qualcosa come 25 milioni di euro l’anno. A entrambi è già arrivato un messaggio chiaro: i discorsi sui rinnovi, nel caso, partirebbero da proposte nettamente inferiori, a cifre dimezzate nella fattispecie di Pellegrini e con una riduzione forse ancora più sostanziosa in quella di Paulo.
E poi c’è Celik, prezioso soltanto negli ultimi mesi dopo diverse stagioni complicate. Il turco è diventato uno degli insostituibili di Gasp, che caldeggia la sua permanenza. A Trigoria considerano il suo prolungamento poco più di una formalità. Su El Shaarawy il ragionamento, se vogliamo, è ancora più semplice: Stephan accetterà un ruolo di secondo piano, accontentandosi di diventare sempre di più l’ultimo cambio in attacco? Se sì, resterà. Anche lui con uno stipendio decurtato. (…)
FONTE: Il Corriere dello Sport – G. Marota











