Quel pallone sotto al braccio al fischio finale, ha ricordato quando da bambini decidevamo che la partita al parco o sotto casa era finita. Dybala, ieri, ha fatto più o meno lo stesso. Con la Roma macchinosa, di nuovo prevedibile e in difficoltà con il Torino, ha deciso che era tempo di chiudere i giochi. Magari si sarà anche ricordato come per lui quella con i granata fosse una specie di derby. Fatto sta che è salito in cattedra: non uno, nemmeno due, ma addirittura tre perle, una più bella dell’altra a regalare il quinto successo in campionato a De Rossi, omaggiato dopo la rete del 2-1 da un’esultanza vecchio stile.
L’argentino infatti segna e poi corre ad abbracciare il tecnico. Che ha creduto in lui, fidandosi delle rassicurazioni ricevute ieri mattina sulle condizioni fisiche. Perché paradossalmente, più dei tre gol di Paulo, la notizia del giorno è che la Joya dopo i 102 minuti giocati giovedì sera contro il Feyenoord, a distanza di 4 giorni ne ha giocati altri 98 (compresi i recuperi). “Sono felice, era quello che ci voleva. L’abbraccio con De Rossi? Era un momento difficile della partita, il Torino ti mette in difficoltà e ti fa giocare in modo diverso. Mi è venuto di calciare e poi sono corso verso la panchina e il primo che stava lì era lui. Era da un po’ che volevo portarmi a casa il pallone con una tripletta”. La prima in giallorosso. Ci si augura non l’ultima.
Perché in una serata di grazia, dove l’Olimpico si è riempito anche alle 18,30 di lunedì, le parole sibilline sul futuro non sono passate inosservate: “Quando sono arrivato qui ho detto che mi sembrava di aver vissuto già in un’altra vita in questa città. Quel che succederà in futuro non lo so. So che mi sto godendo ogni momento con questa squadra e questi tifosi”.
Inutile fare l’esegesi delle parole del campione sudamericano. Tuttavia non si va lontano se si pensa che ad oggi nemmeno lui conosca i piani della società. Futuro che può ancora attendere. Meglio pensare al presente, sia per la rincorsa Champions in campionato che per arrivare più in fondo possibile in Europa League.
FONTE: Il Messaggero