Ventiquattro minuti insieme ed è subito feeling. Prove di intesa verso il Cagliari per Dovbyk, Dybala e Soulé, il terzetto delle meraviglie che ha acceso l’entusiasmo dei diecimila romanisti a Rieti per l’amichevole contro l’Olympiakos. Il risultato del match è passato in secondo piano, l’attenzione dei tifosi e naturalmente di De Rossi era tutta sugli acquisti e sulla sintonia che avrebbero trovato insieme ai nuovi compagni di squadra. E la risposta è stata positiva. Chiariamo: naturalmente sia l’ucraino sia l’argentino (ma anche Le Fée e Dahl) avranno bisogno di ancora del tempo per trovare il giusto affiatamento con i giocatori e con il gioco richiesto da De Rossi, ma come avvio non è stato niente male.
Pronti, via, titolare. DDR ha buttato Soulé subito nella mischia: 69 minuti importanti per il ragazzo voluto fortemente dalla Roma e che ha dimostrato tutta la sua qualità palla al piede. Fiammate di puro talento, una visione da fantasista con palle in verticale a smarcare l’uomo e lanciare il compagno di squadra in fase offensiva. Alla Dybala. E non è un caso che Paulo sia stato il primo testimonial per il suo arrivo. Qualche buon assist in area di rigore, non sfruttati alla perfezione dai compagni di squadra, colpi di tacco non banali ma utili alle sovrapposizioni del terzino e tanta voglia di fare.
Al suo ingresso in campo i romanisti lo hanno omaggiato con cori, applausi e quell’entusiasmo che solo un colpo da 30 milioni può valere. De Rossi per questa prima uscita ha deciso di farlo giocare largo a destra, quel ruolo che ha ricoperto al Frosinone, e non quella sinistra che è stata territorio prima di Zalewski e poi di El Shaarawy. Una questione anche di testa: l’esordio in giallorosso doveva essere positivo, De Rossi ha voluto metterlo a suo agio e impiegarlo in una zona che già conosceva.
Così Matias a destra e, all’inizio della ripresa, Dybala trequartista sono stati un bel vedere. Fraseggi sullo stretto e sintonia sui movimenti: i due parlano la stessa lingua. Non lo spagnolo, quella della qualità. Il gigante ucraino non è da meno. Non avrà avuto nitide occasioni da gol, ma la sua presenza in mezzo all’area di rigore è stata efficace ad aprire gli spazi per le incursioni dalla trequarti.
Spallate con i difensori dell’Olympiakos, giochi di sponda e anche qualche rientro nella propria metà campo per supportare la fase difensiva. Dovbyk ha parlato molto con Dybala nel corso della partita, ha cercato di trovare il giusto feeling con i suoi inserimenti e ha chiesto consiglio a uno che il calcio di De Rossi ormai lo conosce bene. Sostegno dalla squadra, sintonia con gli argentini, la festa sugli spalti per lui.
FONTE: Il Corriere dello Sport – J. Aliprandi