La Roma vuole vendere Dzeko ma al tempo stesso vuole recuperarlo. L’apparente contraddizione è determinata dalle difficoltà finanziarie che stanno tritando le certezze del calcio. In altri tempi, altre sessioni di mercato, non sarebbe stato difficile piazzare un campione di questo livello in prestito gratuito.
Oggi invece Dzeko, che piace a tante squadre importanti, rischia di restare un menestrello senza corte, per citare una vecchia espressione di Walter Sabatini, l’uomo che riuscì a portarlo a Roma nell’estate 2015. Ed è questo timore che obbliga Tiago Pinto a varare un piano B nell’immediato: se Dzeko resta a Trigoria, dovrà convivere con Fonseca per tutto il tempo necessario. La sensazione è che una soluzione alla fine si troverà. Ma non resta tanto tempo.
Al momento i Friedkin non sono intervenuti direttamente sulla rottura, se non per convincere la squadra (lo ha fatto Ryan) ad abbandonare la protesta e a entrare in campo per l’allenamento di giovedì. Sulla gestione di Dzeko, dalla mancata convocazione alla probabile revoca dei gradi di capitano, la proprietà e il nuovo direttore generale Tiago Pinto hanno lasciato libertà assoluta a Fonseca.
Ma adesso contano di risolvere il problema, come auspicato pubblicamente da Pellegrini dopo la vittoria sullo Spezia. Non è pensabile che la Roma insista sulla linea dura, schierandosi comunque dalla parte dell’allenatore, in stile Atalanta versus Gomez. Perché Dzeko guadagna 7,5 milioni netti all’anno e perché Borja Mayoral, che pure ha una media di 1 gol ogni 80 minuti giocati in Serie A, deve ancora crescere per accollarsi l’onere totale dell’attacco della Roma.
Resiste quindi l’altra ipotesi, la più conveniente, a una settimana dal gong del mercato: l’addio. Ed è su quella che il nuovo manager Alessandro Lucci sta lavorando da giorni. Dall’incontro di venerdì a Trigoria con Tiago Pinto è emersa la volontà di Dzeko di giocare in un club di prima fascia. Ad esempio il Real Madrid, che ha provato a intavolare uno scambio con Mariano Diaz, già cercato dalla Roma in passato. Ma la possibilità è tramontata perché Mariano ha detto subito no.
L’altra grande di Spagna, il Barcellona, aveva sondato Dzeko a ottobre, subito dopo il naufragio della trattativa con la Juventus, e sarebbe interessata anche oggi. Ma la società è alle prese con le elezioni e non può investire. Resta la stessa Juve. Che però in attacco è al completo: anche qui si potrebbe ragionare su uno scambio ma i giocatori proposti da Paratici, Bernardeschi e/o Khedira, non interessano. E l’Inter? Defilata, per ora. I contatti proseguono, tutto può succedere: la separazione, ancorché complicata, sarebbe gradita a tutti. Ecco perché è sempre plausibile.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida