Dybala fuori, Pellegrini quasi. Dopo tre partite consecutive con la stessa formazione, la Roma deve cambiare volto. Mourinho non ama stravolgere la squadra, specialmente perché considera il serbatoio delle energie alternative non efficiente come il carburante tradizionale. Ma in questo momento, in questa partite è obbligato a trovare un equilibrio tra la competitività immediata dell’impegno da dentro/fuori di giovedì sera contro il Salisburgo: è il modo migliore per non snobbare il Verona, che arriva all’Olimpico rinfrancato da 12 punti conquistati nelle 7 giornate giocate nel 2023.
E’ prevedibile dunque una serata agitata in cui a Roma cercherà di tenere il passo delle altre concorrenti a un posto in Champions: il Milan è ormai ripartito confermandosi a Monza, ogni punto può essere importante nella lunga corsa al quarto posto. E cosi tra le tante ipotesi di promozione, nelle ultime ore ha preso corpo la candidatura di Ola Solbakken che dovrebbe affiancare Abraham ed El Shaarawy in attacco, in una sorta di 3-4-3: due ali pure e un centravanti per “allargare” il terzetto difensivo del Verona con due linee di incursori. Per l’ultimo arrivato, che senza alcuna colpa deve ereditare i ruolo di Zaniolo (e Shomurodov), sarà la prima volta da titolare dopo 10 minuti recuperi inclusi, che ha vissuto in queste prime settimane italiane.
Del resto anche contro l’Empoli, quando stava preparando il cambio con Dybala, Mourinho aveva scelto Solbakken salvo poi tergiversare e modificare la sostituzione nel secondo tempo. Dietro agli esterni offensivi spingerebbero anche Zalewski a sinistra e uno tra Karsdorp e Celik a destra. Se dovesse toccare al primo, sarebbe la prima volta dopo l’epurazione novembrina: il chiarimento tra allenatore e giocatore c’è stato, con reciproche ammissioni di responsabilità, presto Karsdorp tornerà un titolare della Roma.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida