Mi sa che per la Roma sia davvero il caso di orientarsi su Lukaku, sempre che la Juve non acceleri e la preceda o che il Chelsea, che non vuole Vlahovic, non decida di fare retromarcia e tenerlo per sé, visto come si sta comportando la squadra di Pochettino, un punto e due soli gol nelle prime due partite.
La situazione per Tiago Pinto si è fatta complicata. La caccia al centravanti mancante, condizionata sensibilmente dall’infortunio di Abraham, è costellata di piccoli e grandi fallimenti e il risultato, al momento, è sconsolante: a 8 giorni dalla chiusura del mercato Mourinho dispone in attacco dei soli Belotti, Dybala e El Shaarawy – Solbakken non l’ha più in testa. Corposo è l’elenco delle trattative avviate e non proprio rapidamente tramontate: al ds non mi sento di attribuire tutte le colpe, dal momento che deve rispettare alla lettera le consegne della proprietà.
E veniamo a Duvan Zapata: la chiusura definitiva di ieri, secondo l’Atalanta, è stata determinata dai tempi troppo stretti, più che dalla volontà di Gasperini che ha perso per qualche mese El Bilal Touré. A Pinto erano state prospettate soluzioni che in realtà, anche per lo stop di Touré, non si sono palesate: l’offerta ufficiale e formalmente vincolante della Roma (5+5) è stata trasmessa martedì e l’Atalanta non se l’è sentita di accettarla in un tempo così breve.
La domandona sorge spontanea (si dice sempre così): con i soldi incassati dalla cessione di Ibañez (ottimo lavoro di Tiago Pinto) e con parte della somma che avrebbe utilizzato per arrivare a Morata (12), Marcos Leonardo (18 complessivi) o Zapata (10), perché la Roma non si presenta al Chelsea e chiede il prestito con obbligo di riscatto di Lukaku (ipotesi 5+20)? Così, en passant: se dovesse fare bene, nel giugno prossimo Big Rom potrebbe essere riscattato e venduto in Arabia, magari dopo aver portato la Roma tra le prime.
FONTE: Il Corriere dello Sport – I. Zazzaroni
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