Il gol che aveva illuso la Roma è stato un episodio un po’ casuale: Stephan El Shaarawy è stato bravo a controllare il pallone di Pellegrini in corsa ma poi è quasi inciampato, sorprendendo Sommer e sfruttando il doppio palo con un tiro stranissimo. Così si spiega l’esultanza un po’ timida in un momento che poteva cambiare il campionato di Daniele De Rossi. E di conseguenza il suo. Però la partita splendida, almeno fino a un certo punto, non è stata affatto questione di fortuna.
Poteva essere il sabato perfetto, anche grazie alla scia magica che aveva condotto l’azione del 2-1. El Shaarawy è stato la mossa tattica che per metà percorso aveva oscurato la visuale dell’Inter mangiatutto: più che da ala, ha giocato da esterno contribuendo a presidiare la fascia. Finché la Roma aveva benzina nelle gambe e lucidità nella testa, Darmian da una parte e Dimarco dall’altra sono stati controllati benissimo da questo 3-5-2 speculare che forse Inzaghi non credeva così efficiente. Purtroppo per De Rossi, dopo l’intervallo la squadra ha avuto una flessione atletica e mentale.
Rimane una buona notizia per la Roma aver ritrovato un giocatore importante, che dal cambio di allenatore ha sempre giocato titolare e spesso nel ruolo più comodo di attaccante esterno. Con Mourinho non sarebbe successo. Inoltre El Shaarawy ha dimostrato con i fatti una qualità non comune: saper incidere sulle partite anche uscendo dalla panchina.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida