Se l’Europa chiama, la Roma risponde, eccome! Le bi-campionesse d’Italia hanno battuto il Wolfsburg nella prima giornata del ferreo girone A della Champions League, una vittoria che vale molto di più dei soli tre punti (che pure sono tanto fondamentali quanto insperati). Vale come pietra tombale al claudicante inizio di campionato, come risveglio definitivo nella miglior dimensione possibile (quella europea) e, in ultimo, sintetizzando, come messaggio forte e chiaro alla Juventus che aspetta le giallorosse domenica a Torino. La Roma non solo c’è, ma con intelligenza, maturità e un pizzico di meritata fortuna ha superato una delle squadre più forti del continente.
Per farlo serviva un’impresa, costruita con un primo tempo di personalità e attenzione della Roma con Spugna che ha studiato un 4-4-1-1 molto accorto in fase di non possesso per non subire la pericolosità delle tedesche e dopo poco più di 10’ con il Wolfsburg riversato in avanti è arrivata la prima scintilla giallorossa. Haavi si è liberata sulla sinistra e su un suo cross verso il centro c’è stato l’evidente tocco di mano di Wilms: rigore, Giugliano, sentenza, 1-0 Roma al 14’.
Il Wolfsburg è stato sopreso dall’atteggiamento romanista e nel resto del primo tempo ha pian piano visto scendere il proprio predominio oltre a rischiare più volte di subire il raddoppio mentre la squadra di Spugna rispettava con dedizione e competenza tattica tutte le insolite consegne (esempio lampante quello di Dragoni, che ha giocato da esterno difensivo del centrocampo a quattro e fa impressione pensare che abbia solo 17 anni). (…)
Nella ripresa le velleità di raddoppio della Roma sono state spente dalla reazione delle tedesche che, risistemate in campo da Stroot, hanno colpito una traversa al 52’ con Hegering e alzato significativamente il baricentro. Allora è ricominciato il sacrificio delle giallorosse, senza rinunicare però a cercare di colpire in ripartenza quando possibile.
Tanto è passato per una prova a dir poco maiuscola di Thøgersen come di Di Guglielmo e Minami, di Kumagai come di Greggi e, ultima ma non ultima, di Ceasar, decisiva almeno con due parate fondamentali nell’arco del secondo tempo. Al 69’ un’altra traversa tedesca sul destro da fuori deviato di Endemann (impatto totale delle subentrate di Stroot), poi l’opportunità per il raddoppio per Dragoni al 75’ fuori di poco dopo una super ripartenza tutta qualità e velocità. (…)
Come quel diluvio che da previsioni doveva abbattersi sul Tre Fontane (e ha dissuaso molti tifosi dal presentarsi sugli spalti), ma che all’ingresso in campo delle squadre si è trasformato in un meraviglioso arcobaleno nel tramonto romano. Bello e inatteso, come la Roma che batte il Wolfsburg. Come la Roma d’Europa.
FONTE: Il Romanista – L. Frenquelli