La Curva Nord non ha intenzione di fermarsi davanti allo stop della Questura. I fischietti, infatti, non verranno distribuiti all’interno di San Siro, ma verranno consegnati a chi lo vorrà prima di entrare allo stadio. A quel punto dipenderà da quanto saranno attente e rigide le perquisizioni: qualche fischietto verrà intercettato, altri (probabilmente molti) passeranno i controlli. (…)
Difficile prevedere quanti vorranno correre il pericolo. Ma, se in origini i fischietti messi a disposizione dei tifosi erano 30 mila, c’è da credere che almeno un terzo riusciranno a entrare sugli spalti. Peraltro, c’è da dire che le alternative ai fischietti non mancano. Si può fischiare con le dita. Ma soprattutto, come diffuso sui social, esiste un’applicazione per smartphone in grado di riprodurre il fischio senza bisogno di altri strumenti.
(…) Il proposito è immutato: riversare una selva di fischi, la più intensa e rumorosa possibile, ogni volta che Big Rom toccherà il pallone. A quel punto tutta la responsabilità si sposterà sull’arbitro designato, vale a dire Maresca. Il regolamento della Federazione, infatti, secondo l’articolo 62, comma 3, indica che «le società hanno l’obbligo di adottare tutti i provvedimenti idonei ad impedire che lo svolgimento della gara sia disturbato dal suono di strumenti che comunque rechino molestia».
Ebbene, ma in quale misura il disturbo prodotto dai fischietti impedisce il regolare svolgimento della gara? Il nodo è esattamente questo. Ed è solo la percezione o la sensibilità del direttore di gara a stabilirlo, in maniera molto simile a quanto accade in occasione di manifestazioni di discriminazione, che siano cori, grida o altro. Oppure in caso di pioggia, neve o nebbia.
Significa quindi che, nel caso, se lo valuterà corretto, Maresca potrà arrivare ad interrompere la partita. Chiedendo, poi, che attraverso gli altoparlanti dell’impianto venga diffuso l’invito a smettere con quel tipo di manifestazioni. Ma se i fischi dei tifosi nerazzurri nei confronti di Lukaku dovessero proseguire? In concreto, non esistono precedenti in questo senso. Ma la logica vuole che, dopo una prima interruzione di gioco, ce ne possano essere anche altre. Fino a che, eventualmente, l’arbitro non riterrà di non essere più in grado di portare avanti la partita.
Attenzione, però, perché la decisione di sospendere una gara non può essere presa in autonomia dal direttore di gara, ma occorre il coinvolgimento delle autorità che vigilano sull’ordine pubblico. In questo senso, peraltro, ci sarebbe pure un caso estremo. Vale a dire quello di portare a termine la partita solo pro forma (…) evitando il rischio di qualsiasi tipo di incidenti.
FONTE: Il Corriere dello Sport – P. Guadagno