Critiche e mugugni si sono ormai trasformati in un vero e proprio processo, e sul banco degli imputati a fare capolino è Paulo Fonseca. E non solamente perché i numeri inchiodano il tecnico alle sue responsabilità con la classifica a cristallizzare la Roma al sesto posto, dopo il doppio ko consecutivo tra Parma e Napoli: quello che pesa sul destino nella capitale del tecnico portoghese è il processo nato nello spogliatoio e il disappunto dei Friedkin, non nascosto a favore di telecamera domenica sera.
L’ennesimo passo falso contro una diretta concorrente ha creato una spaccatura, sotto forma di dibattito, tra Fonseca e lo spogliatoio, attraverso il suo capitano, Pellegrini. Il mister ha spiegato la sconfitta addossando la responsabilità all’atteggiamento tenuto dai giocatori, alla mancanza di mentalità, mentre Lorenzo ha parlato di situazioni tattiche che non sono andate.
La zona Champions è un traguardo sempre più complicato da raggiungere. Nei quarti di finale c’è l’Ajax, boa di salvataggio alla quale restare aggrappati, dentro Trigoria, in attesa di capire quale tecnico ingaggiare il prossimo anno.
Il sogno, chissà quanto irraggiungibile, ha il nome di Massimiliano Allegri, che ha una gran voglia di tornare e che nel contatto avuto con i Friedkin qualche mese fa ha fatto sapere di essere disponibile a prendere una squadra anche se non qualificata alla Champions. I vertici di Trigoria si muovono anche su altri profili, attraverso il lavoro di Tiago Pinto e di intermediari. In cima alla lista delle “secondo scelte” ci sarebbe Julian Nagelsmann, trentatreenne del Lipsia.
In tutto questo non va poi scartato lo scenario che sia lo stesso Fonseca, ormai logorato e stanco dalle continue discussioni e dai mugugni interni che ne accompagnano il lavoro, a decidere di lasciare comunque la capitale a fine stagione, anche se un piazzamento tra le prime quattro vorrebbe dire il rinnovo automatico del contratto.
FONTE: La Repubblica – F. Ferrazza