Per qualche secondo la Roma ci ha creduto. Ha pensato che il 93’ potesse essere il grande momento come all’Olimpico: il rigore di Paredes, l’ultimo assalto disperatissimo, un altro gol e sarebbero stati supplementari. Sarebbe stato l’incredibile. La Roma in dieci aveva limitato i danni fino al gol, arrivato allo scadere del primo tempo. Poi è crollata nella ripresa sotto il peso di una partita tutta in inferiorità.
Non mancano rimpianti, con la Roma che per andare in Champions ha bisogno, senza fare più follie come quella di Hummels, del quarto posto, potenzialmente conquistabile se si viaggia con questo ritmo. Sulla follia di Hummels all’11’, Ranieri ha ammesso che era sacrosanta. Il tedesco merita un rosso virtuale per il blackout che ha cambiato totalmente il match.
Il senno di poi vale poco, ma anche dopo si è vista una Roma non inferiore all’Athletic. Come diceva Ranieri, ci sono più partite nella stessa partita: la prima è durata dieci minuti ed era equilibrata, la seconda diventa un’angoscia. Ranieri aveva optato per una Roma meno fisica e più agile, niente Koné ma Baldanzi, con l’ex Empoli disposto al sacrificio di rientro in fase difensiva. L’Athletic al San Mamés si trasforma e trova Nico Williams, grande assente dell’andata. La sua partita è stata spettacolare e i due gol valgono i quarti. Il primo, però, è una combinazione fortunata ma voluta. Emergevano i lottatori giallorossi, tra cui Paredes, Mancini e Cristante. Generosissimo Baldanzi ed esemplare Dybala. Poi però la Joya scompare. Quasi inesistente Dovbyk. Serviva più peso, serviva Koné.
Nella ripresa Ranieri ne cambia cinque, tra cui Shomurodov, il quale in un minuto è scattato e ha tirato, illudendo la Roma. Illusione, appunto. Su angolo, colpo di testa imparabile di Yuri. Il 2-0 è una botta durissima, il 3-0 è letale. Il sussulto d’orgoglio arriva nel finale, quando El Shaarawy si procura il rigore e Paredes è gelido al tiro. Ma non basta. Ora testa al campionato per sognare la Champions: la via delle coppe è stata sbarrata. Obiettivo quarto posto, anche per questioni economiche. Qualcosa di più però si poteva fare. Niente da dire sul risultato ma sulla scintilla che l’ha scatenato. Peccato.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – F. Licari