La Roma e Paulo Fonseca dovevano qualcosa ai tifosi giallorossi che avevano comprato 46.000 biglietti virtuali per stare vicino alla loro squadra anche stando lontani. Tutta la squadra, a fine partita, è andata sotto la curva Sud vestendo la t-shirt (Mai sola) che era stata data ai tifosi insieme al tagliando virtuale. Il 2-0 alla Lazio, che dice addio all’ultima illusione Champions, ha rotto il rabù degli scontri diretti e avvicinano i giallorossi all’Europa di scorta della Conference League. Fonseca andrà via avendo vinto il primo scontro diretto su 12 in questa stagione e con la soddisfazione di aver conquistato il suo primo derby su quattro disputati.
Lascia a Mourinho una squadra sicuramente da migliorare ma che può avere un futuro, come dimostra Darboe, gambiano classe 2001, arrivato in Italia dalla Libia su un barcone e con una storia che sembra un romanzo. Chi ha passato certe esperienze non può aver paura neppure della partita più delicata. La differenza nel primo tempo la fanno i dettagli, ma nel secondo non c’è partita.
Due dormite in difesa portano a esiti diversi. Ibanez si fa scippare da Milinkovic-Savic ma Fuzato è bravissimo a stoppare il tiro di Luis Alberto che sembrava già gol. Acerbi si fa nettamente sorprendere da Dzeko quasi sulla linea di fondo e il bosniaco serve un assist perfetto per Mkhitaryan che mette in porta il suo gol n.12 in campionato. La Lazio poi sparisce nella ripresa. Fonseca sostituisce El Shaarawy con Pedro e lo spagnolo piazza un tiro all’angolino che Reina può soltanto guardare.
FONTE: Il Corriere della Sera – L. Valdiserri