Tra canali e tulipani, tra Piazza Dam e il Rijksmuseum. Il destino della stagione romanista si gioca tutto domani ad Amsterdam. Sul cammino un Ajax di talenti terribili che vive un momento decisamente più sereno rispetto al clima da tutti contro tutti di Trigoria sfociato a Pasqua nell’ennesima, accesa discussione. Il presunto capo della ribellione – iniziata a gennaio e di fatto mai finita – è Edin Dzeko al quale paradossalmente ora si aggrappa Fonseca per provare l’impresa europea e dare lustro a una serie A estromessa di forza da ogni competizione.
Il bosniaco ha segnato appena 3 gol nel 2021 (di cui 2 al Braga nei sedicesimi) e vive ormai da separato in casa col tecnico. Ma è pure uno dei pochi ad avere il carisma e l’esperienza adatta per partite del genere (vedi Roma-Barça del 2018, solo per citarne una). Insomma alla Roma serve il vecchio Dzeko, quello in grado di sovvertire pronostici e spaccare porte. E non quello a muso lungo e testa bassa visto negli ultimi mesi.
Edin comanderà l’attacco falcidiato da digiuni e infortuni e cercherà quelli che potrebbero essere gli ultimi gol della sua avventura romanista visto che giugno sia lui che Fonseca sono destinati altrove. Un possibile Ultimo Tango ad Amsterdam che vale un pezzo di accesso alle semifinali di Europa League e un finale meno triste per il bosniaco. Pinto cerca già il suo sostituto. In ballo gli italiani Belotti e Scamacca e gli stranieri Isak e Kalajdzic.
Al fianco del numero 9 l’altro vecchietto Pedro, pure lui atteso da rinascita dopo mesi deprimenti. Una buona notizia potrebbe arrivare da Mkhitaryan che oggi sosterrà provino per essere almeno in panchina. Niente da fare per Smalling, mentre sono quotidiani i tamponi ai quali si sottopongono gli azzurri Pellegrini, Spinazzola e Mancini. Non si placano infine le voci per il futuro della panchina: ieri è tornato a circolare il nome di Allegri, ma la pista più calda resta quella che porta a Sarri.
FONTE: Leggo – F.- Balzani