Deve essere una bella sensazione, per Paulo Fonseca, arrivare la mattina a Trigoria e trovarsi davanti una squadra, con la ‘s’ maiuscola. Sì, con i suoi problemi (gli infortunati Perotti, Under, Zappacosta), con i vari dubbi (meglio Cristante o Diawara al fianco di Veretout?) e con le micro paure (e se non battiamo il Sassuolo, cosa si comincerà a pensare?), ma pur sempre una squadra, che non ha più incognite legate al mercato. Ora ha solo l’obbligo di essere se stessa. Fonseca finalmente potrà lavorare fissando un obiettivo, quell’obiettivo, il quarto posto (come minimo).
IL SECONDO VIA – Lo abbiamo detto tante volte, la stagione comincia ora, perché quella che vedremo domenica sarà una Roma lontana parente della squadra vista nelle prime due giornate. Talmente diversa che quasi viene voglia di rigiocare il derby. Ma questo non è possibile. L’obiettivo resta lo stesso, riportare la squadra in Champions e i due pareggi con Genoa e Lazio non sono certo determinanti (in negativo). La squadra sarà diversa, dicevamo, ma sarà migliore? Lo vedremo. E lo capiremo proprio in questo settembre, le nuove armi a disposizione dell’allenatore aiutano in questo compito.
Settembre (e un pezzettino di ottobre) è il mese del primo tour de force. Dal 15 al 29, i giallorossi andranno in campo cinque volte, con le quattro partite di campionato, più l’esordio in Europa League contro l’Istanbul Basaksehir. Da cinque si arriva a sette, calcolando le altre due sfide di ottobre, prima della sosta per le Nazionali (si gioca il 12 all’Olimpico, Italia-Grecia).Venti giorni in totale. Primi esami. Quindi, in apnea fino al 6 ottobre e lì faremo i primi conti, capiremo di che pasta è (sarà) fatta la Roma.
E forse lo capirà lo stesso Fonseca. Che intanto sta studiando il modo di mettere a posto quei difetti intravisti nelle prime due giornate. E questo può farlo a Trigoria, proprio perché finalmente avrà a disposizione un po’ tutti. Smalling, ad esempio, è stato preso per tappare il buco che si era creato con la partenza di Manolas. E’ un calciatore di esperienza, forte fisicamente, di personalità. Caratteristiche che, sulla carta, dovranno sostituire – almeno in parte – la fragilità vista fino a ora.
Fonseca sta cercando di trovare il compagno ideale dell’inglese. Al momento, gli indizi portano a Fazio, perché di quelli a disposizione, è il centrale con doti di impostazione. Mancini studia per prendere quel posto, forse in questo momento è ancora acerbo. Ma si farà, queste prime partite serviranno a chiarire. Il problema è sulla corsia di destra, perché Zappacosta è out e lì dovrà essere impiegato Florenzi.
I NUOVI – Domenica vedremo, a meno di clamorosi ripensamenti, Veretout, fermo da quando è arrivato, per problemi alla caviglia. Vicino al francese non ci sarà Pellegrini, che dovrà essere spostato sulla linea dei trequartisti (sono out Perotti e Under), ma Cristante. Anche lì, coppia tutta da testare, ma almeno sarà presente uno degli acquisti sui cui l’allenatore puntava e punta di più come regista, ovvero l’ex viola.
La vera novità, la più attesa, forse, è proprio in attacco, dove ci saranno cambiamenti ma non troppo a rischio, perché Mkhitaryan (è stato inserito nella squadra della settimana nel videogame FIFA19), Zaniolo (proprio al Sassuolo il primo gol in A) e Pellegrini sanno giocare in tutte e tre le posizioni dietro a Dzeko. Gli uomini gireranno e prima o in questi venti giorni li vedremo un po’ tutti, anche qualcuno infortunato.
Si comincia domenica col Sassuolo e si finisce il 6 ottobre con la trasferta di Cagliari. In mezzo la partita di Europa League (il 19), le sfide con Bologna (al Dall’Ara il 22), Atalanta (infrasettimanale del 25) e Lecce (al via del Mare il 29), infine il 3 in Austria contro il Wolfsberg e il 6, chiusura a Cagliari.
FONTE: Il Messaggero – A. Angeloni