Non trasformare una meritata sconfitta in un dramma. Alla quinta giornata del campionato è arrivato il primo ko della Roma di Fonseca, in quella che poteva essere la partita del definitivo rilancio della formazione giallorossa nelle zone alte della classifica. Il successo dell’Atalanta di Gasperini non deve cancellare quanto di buono si era iniziato a vedere nelle ultime settimane, soprattutto con Sassuolo e Istanbul Basaksehir dal punto di vista del gioco e con il Bologna per quanto riguarda una crescita mentale della squadra.
“Non siamo diventati i peggiori per questa partita come non eravamo i migliori prima” la dichiarazione a caldo, più che azzeccata, del tecnico portoghese, che già alla vigilia del turno infrasettimanale aveva avvertito un eccessivo entusiasmo per le tre vittorie consecutive. Dopo la battuta d’arresto con l’Atalanta, la Roma ha in programma prima della sosta per le nazionali le sfide con Lecce e Cagliari, oltre alla trasferta di Europa League contro il Wolfsberg, secondo nel campionato austriaco e reduce da otto successi di fila comprese le coppe.
In vista di questa serie ravvicinata di impegni, Fonseca dovrà lavorare su alcune lacune mostrate dai suoi uomini, in particolare per quanto riguarda la fase difensiva. La statistica che più salta all’occhio è ovviamente quella dei gol subiti, nove in cinque partite, il dato peggiore, in coabitazione con il Napoli, prendendo in considerazione le prime tredici della classifica di Serie A.
Le reti al passivo sono probabilmente troppe ed è stato inoltre eguagliato il record negativo del 1947/48, con sette gol presi (3 con il Genoa, 2 con il Sassuolo e 2 con l’Atalanta) nelle prime tre partite casalinghe della stagione. L’auspicio di Fonseca è che l’intera rosa possa migliorare nel proteggere la porta di Pau Lopez – i meccanismi del pressing offensivo sono ancora da oliare al meglio – e che il recupero di Smalling regali una maggiore stabilità alla linea difensiva.
Il centrale inglese, oltre a spiccare con qualche interessante passaggio verticale, non ha subito alcun dribbling contro i bergamaschi e ha vinto tutti e quattro i contrasti tentati: nella speciale classifica dei contrasti vinti la Roma è all’ultimo posto in Italia con 59 esiti positivi su 91 tentativi, mentre la stessa Atalanta, che basa tanto del suo gioco sui duelli individuali, è prima con 97 contrasti positivi.
Un altro punto su cui Fonseca dovrà mettere mano è la “Dzekodipendenza”: quando il bosniaco non è in serata la Roma ha più difficoltà a trovare la via del gol, anche se riesce comunque a costruire un numero importante di occasioni. Il centravanti contro l’Atalanta ha sofferto la marcatura stretta di Kjaer e non ha aiutato la squadra a conquistare metri sul campo, vincendo soltanto la metà dei duelli aerei andati in scena oltre la linea di centrocampo.
Di certo segnare non è uno dei problemi principali dei giallorossi, che hanno totalizzato buoni dati per quanto riguarda dribbling riusciti, tiri tentati e numero di palloni persi, ma servirebbe una migliore gestione del possesso palla, aumentando la qualità dei passaggi.
Questo difetto potrebbe essere in parte riconducibile alla mancanza di un vero e proprio regista in mediana: con lo spostamento di Pellegrini sulla linea dei trequartisti, Fonseca ha utilizzato quasi sempre la coppia formata da Cristante e Veretout, con Diawara, il calciatore con le migliori caratteristiche di palleggio e con la maggiore visione di gioco, impiegato soltanto in Europa e al momento un po’ in ombra in campionato.
L’ultimo neo di questo avvio di stagione, che comunque lascia buone speranze per il futuro, riguarda gli infortuni, che hanno troppe volte limitato le scelte di Fonseca.
FONTE: Il Tempo – F. Biafora