Rassegnato e consapevole che l’esonero è vicino. Ivan Juric guiderà la Roma contro il Bologna domenica in quella che somiglia a una triste partita d’addio con tanto di ennesima contestazione. I Friedkin, infatti, hanno preso atto della gravità della situazione ed entro pochi giorni rivoluzioneranno i vertici di Trigoria dove mancano ormai da più di 50 giorni (ma lo sbarco nella capitale sembra davvero vicino).
Sì, perché oltre all’allenatore arriveranno due dirigenti: un amministratore delegato e un direttore tecnico. Il primo sarà italiano (si fa il nome di Carnevali del Sassuolo) e si occuperà anche della scelta del nuovo mister. In realtà qualcosa su questo fronte già si è mosso. Roberto Mancini è il nome salito in pole, l’unico ostacolo finora era la richiesta riguardo la durata contrattuale.
L’ex Ct della Nazionale vorrebbe almeno un biennale, e quindi essere più che il semplice traghettatore di una squadra alla deriva. Una “pretesa” che due mesi fa ha impedito lo sbarco di Tuchel dopo l’esonero di De Rossi, ma che ora diventa di secondo piano.
Anche in caso di successo col Bologna, quindi, Juric dovrebbe essere esonerato. La fiducia della tifoseria è ai minimi termini, quella della squadra (nonostante le parole di facciata) pure.
Ieri l’esclusione clamorosa di Hummels ha riacceso i dubbi di un gruppo che dimostra coi fatti di non credere a quello che propone il tecnico croato. Nelle ultime 4 partite sono arrivate due sconfitte eclatanti, un pareggio con la decima squadra del Belgio e la vittoria striminzita col Torino in casa.
FONTE: Leggo – F. Balzani