E quando proprio non ce la fai più, quando la testa rifiuta un altro sforzo (e magari un’altra delusione), ecco l’Atalanta, l’avversario più difficile, quello che vive una situazione opposta alla tua. Il caso disperato oggi è la Roma, chiamata a vincere per forza (o quasi) sul campo di Bergamo, dove non passa da due stagioni e quel pomeriggio, con Mourinho in panchina, il protagonista fu Abraham, l’anti eroe delle sfide con Juve e Bayer Leverkusen. Vincere, ora, suona come un’impresa davanti una squadra che va a mille, con gambe e testa.
La Roma è col fiato corto e ha avuto pochi giorni per recuperare, l’Atalanta, che gioca di più e ha due finali da disputare, ha una rosa diversa. “Avremmo preferito arrivare a questo match con il loro stato d’animo. Hanno meritato di andare in finale, noi no. Ma questa è un’altra partita, devi essere bravo da allenatore e calciatore a far scivolare via le scorie che ti porti addosso. Altra competizione, ci giochiamo tantissimo”. Così DDR. “I ragazzi sono sereni e hanno tutti quanti una sensazione di grande fiducia verso il futuro. Si rendono conto che giovedì abbiamo giocato alla pari contro una delle squadre più forti del mondo al momento”. Ma stasera non basteranno i complimenti.
FONTE: Il Messaggero