Seguite quello che dice Gasperini. Non è solo l’imperativo per i calciatori della Roma, è anche un consiglio per i tifosi per capire, anche tra le righe, i ragionamenti che possono far grande la Roma. La strada che sta tracciando è chiara a tutti: qui non c’è tempo per aspettare nessuno, qui c’è un gruppo di giocatori (gli highlander, li ha chiamati) che sta trascinando il gruppo e gli altri che farebbero bene ad adeguarsi, e in fretta pure. E tra questi ultimi c’è clamorosamente anche Dybala, insieme con Ferguson, Dovbyk, Bailey, Angeliño.
E la sensazione, almeno per come sono suonate le sue parole, per la prossemica, per lo sguardo con cui accompagnava le parole, per il tono, è che gli infortuni (che hanno penalizzato e stanno penalizzato a fasi alterne il rendimento di questi giocatori) c’entrino relativamente. Gasp va dritto e parla chiaro, probabilmente privatamente prima che pubblicamente, e in fondo ciò che intende l’aveva fatto sapere ad inizio stagione: «Tutti i giocatori che allenerò, e penso anche a Dybala, dovranno convincersi di dover fare la stagione più importante della propria carriera». (…)
Oggi ci sarà un’altra controprova rispetto a quello che ora dalla Roma ci si aspetta. Di fronte il Cagliari di Pisacane (sfida numero 100 in assoluto, calcio d’inizio ore 15, oltre 400 tifosi della Roma nel piccolo settore ospiti, telecronaca esclusiva su Dazn, radiocronaca obbligatoria su Radio Romanista), una formazione di buon livello, ora quindicesima, ma con tanti giocatori di qualità, anche se con diversi infortunati: dal gigante della difesa Yerry Mina a Belotti, da Zortea a Mazzitelli, fino ad arrivare all’ultimo “caduto”, il romanista Felici.
Ma saranno in campo Palestra e Adopo, Borrelli ed Esposito e magari Idrissi e Kilicsoy nel secondo tempo, e poi c’è uno stadio che sa spingere la sua squadra nei momenti difficili e un allenatore che al di là del pessimo ricordo lasciato all’Olimpico da giocatore per una sceneggiata che nessun romanista ha dimenticato ha dimostrato di meritare l’occasione sulla panchina della prima squadra, e se la sta giocando.
Tatticamente, come spesso accade contro una squadra schierata col 352, il 3421 iniziale si trasformerà in non possesso in una specie di 4231, con Ndicka ed Hermoso più stanziali sulle due punte, Mancini più alto a prendersi la mezzala di sinistra (Folorunsho), esterni su esterni, uno tra Koné e Cristante più alto sul play (Liteta o Prati), l’altro sulla mezzala, e le tre punte sui tre centrali. (…)
Non ci sono precedenti specifici tra gli allenatori, mentre è solida la tradizione positiva della Roma a Cagliari: delle ultime undici trasferte ricordiamo una sola sconfitta (3-2 nel 2021 con Fonseca, l’anno prima il portoghese vinse 4-3, ultima partita giocata prima dello stop per Covid). Ma l’anno scorso la mancata vittoria con De Rossi in panchina fu messa nel conto dell’assurdo esonero. Il Cagliari non vince una partita dal 19 settembre. (…)
FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco











