Pane al pane, vino al vino. Gasperini è sfuggito al rischio della banalità della vigilia e si è espresso sulle ambizioni Champions che la sua squadra nutre, tutt’altro che in segreto. Dopotutto, questi sono i giorni in cui la Roma può guardare le sue concorrenti dall’alto verso il basso. «Tutti parlano di obiettivo quarto posto per un motivo molto semplice: porta un sacco di soldi. Nessuno parla di scudetto: sembra quasi non interessi più vincerlo», la stoccata di Gasp. Con la Super Champions dei super ricavi è normale pure avere una super ambizione. Ma Gian Piero non intende assumere sulle proprie spalle quella responsabilità/pressione dalla quale gli altri furbescamente scappano tramite le più variegate scorciatoie dialettiche.
Roma-Inter, nel frattempo, è già arrivata. «Una partita che può cambiare le nostre prospettive e trascinare ancora di più il pubblico, che ha un entusiasmo incredibile. Ecco perché mi aspetto una prestazione di livello», ha spiegato l’allenatore, ben consapevole di come sul rendimento del gruppo si possa incidere – «lì dobbiamo crescere», ha ammesso, riferendosi alle trame offensive – mentre dal punto di vista dei risultati «fare meglio di 15 punti in 6 partite è molto difficile». Un posto al gran ballo del calcio internazionale, in qualsiasi caso, può valere tanto quanto, se non di più, un primo posto. I dati lo raccontano molto bene: solo il 28% degli introiti dei ricavi dai diritti tv viene dedicato ai risultati sportivi, di cui appena l’11,2% legato alla classifi ca dell’ultimo campionato. (…)
Meglio pensare a quello che si può controllare, resta il mantra di Gasperini. «Affrontiamo una big d’Europa con uno degli attaccanti migliori al mondo, Lautaro. Li sfidiamo con l’obiettivo di avvicinarci a loro. Voglio vedere coraggio». La squadra sta bene fisicamente e Angeliño è l’unico indisponibile a causa di una bronchite asmatica. Gasp ha visto bene soprattutto «chi ha lavorato qui a Trigoria durante la sosta». Dybala, Pellegrini e Soulé, come spieghiamo a parte, si giocano due posti ma potrebbero anche partire tutti e tre dall’inizio con Dovbyk in panchina.
Gian Piero, come d’abitudine, deciderà di prima mattina insieme allo staff , dopo la brioche e il caffellatte. Al netto delle scelte, «abbiamo un nucleo molto forte, solido e sempre presente. Altri stanno crescendo». I tre difensori titolari più Celik, i due mediani titolari e Soulé sono gli inamovibili. E poi? «Dybala e Pellegrini stanno migliorando, Bailey va recuperato, Rensch ha fatto alcune partite e ci sono
i nuovi come Wesley, El Aynaoui e Ziółkowski che crescono». Come da promessa post-mercato, non lascerà indietro nessuno. In mezzo a tante domande sulla formazione sviate con l’abilità nel dribbling di Soulé, Gasperini ha concluso la conferenza stampa con la stessa sincerità delle battute iniziali: «Se mi
aspettavo di non poter utilizzare Bailey per due mesi? Assolutamente no. Speravamo che l’infortunio fosse meno lungo. Non penso che entrerà e sarà subito tutto rose e fiori». (…)
FONTE: Il Corriere dello Sport – G. Marota











