È questione di poco e anche Artem Dovbyk riceverà l’ondata d’affetto che è stata riserva a Matias Soulé domenica sera (ieri le visite mediche, oggi sarà ufficializzato il quinquennale da 2 milioni l’anno). L’attaccante e i suoi procuratori stanno mandando segnali di ogni tipo al Girona per spingerlo ad accettare i 35 milioni, bonus inclusi, offerti dalla Roma.
Se gli spagnoli non dovessero cedere, allora Ghisolfi pareggerà l’offerta dell’Atletico Madrid con 32 milioni più 6 di bonus. Insomma, dettagli che nel breve dovrebbero essere risolti perché c’è l’accordo col giocatore (quinquennale da 3 milioni) e per De Rossi è praticamente un affare fatto.
Abraham è destinato a salutare, il Milan si è rifatto sotto ed è interessato al prestito. Da Trigoria, al momento, escludono l’ipotesi perché Ghisolfi vuole venderlo a 30 milioni nonostante l’ingaggio sia abbastanza ingombrante (5 milioni).
L’alternativa è tenerlo, sperando che il valore dell’inglese aumenti con gol e prestazioni. Il risparmio sui salari è la chiave che ha portato la proprietà a investire in maniera massiccia nel mercato. Ad oggi, la Roma ha comprato i cartellini di Le Fée a 23 milioni, Dahl (6), Soulé (30), Sangaré (1,5) Angeliño (5) e Ryan a parametro zero. Tutti bonus inclusi. Dunque, senza considerare gli ammortamenti e l’eventuale attivazione dei bonus, i giallorossi hanno accettato di sborsare potenzialmente 60 milioni.
Soldi che non saranno spesi integralmente quest’anno e a cui si aggiungeranno quelli per Dovbyk (35 o 38), per un eventuale terzino destro (piacciono Pubill e Assignon) e per un altro centrale se dovesse arrivare un’occasione. Cifre che a Trigoria non investivano dal 2021, il primo anno di Mourinho, quando arrivarono Abraham, Shomurodov, Viña, Ibanez e Rui Patricio.
Da lì in poi, la strategia è stata di cercare parametri zero, prestiti, o calciatori a costi bassissimi. Il motivo è dovuto al settlement agreement firmato con la Uefa che ha imposto al club di abbassare le spese per rientrare nei paletti del fair paly finanziario. Ora che le maglie si sono leggermente allargate, Friedkin ha potuto ricominciare a spendere. Ma non è l’unico motivo.
Il monte salari della Roma si è notevolmente abbassato per via dell’addio di alcuni calciatori a fine prestito o fine contratto, tra cui Rui Patricio (3 milioni netti), Huijsen (800mila euro), Llorente (2,7), Kristensen (2), Spinazzola (3), Renato Sanches (3,6), Azmoun (1,7) e Lukaku (7,5).
Ai quali aggiungere l’uscita di Belotti al Como con un risparmio di 2,8 sull’ingaggio e un incasso di 4,5 dal cartellino e quella di Aouar all’Al-Ittihad (12 milioni di cartellino e 2,5 di salario). In totale il risparmio lordo si aggira intorno ai 72 milioni, più le plusvalenze per i due giocatori ceduti che sono di quasi 10 milioni.
Va menzionato anche il risparmio sull’allenatore: De Rossi percepirà 3,3 milioni l’anno per le prossime tre stagioni, Mourinho ne guadagnava 8 netti.
FONTE: Il Messaggero