Seconda partita ufficiale della Roma di Mourinho, seconda vittoria conquistata con tenacia, lasciando agli avversari la soddisfazione del controllo del gioco, dei passaggi e del possesso palla, ma niente punti. Se non è il manifesto di quello che sarà la Roma del portoghese, poco ci manca…La partita con la Fiorentina ha detto però qualcosa di più. (…)
Eppure senza pretese di dominio e di controllo estremo, la Roma sembra già un passo avanti rispetto a quella spaurita che agli avversari regalava quarti d’ora, mezze ore o tempi interi, la Roma bella di Fonseca che poi però si squagliava quando doveva sfondare. Questa qui, invece, fa esattamente il contrario: è solida, tenace, colpisce duro nei momenti in cui serve imprimere la marcia in più. È capitato dopo il pareggio in terra turca, si è ripetuto domenica sera quando l’effetto positivo del vantaggio e della superiorità numerica si sono esauriti con l’espulsione di Zaniolo e il pareggio di Milenkovic. (…)
E qui arriva anche il merito sempre verde di Mourinho che sa stare al passo con i tempi in virtù della sua straordinaria elasticità mentale ed è il numero uno al mondo per capacità di reazione. Di più: in un calcio che si è livellato verso l’alto, la differenza adesso può farla l’intensità delle giocate, la velocità, la motivazione. E in questo Mou resta ancora lo Special One.
atticamente, infatti, la Roma non è cambiata molto rispetto a quello che proponeva con il 4231 di Fonseca, ma ora ogni giocatore copre più volentieri quel mezzo metro di campo che, sommato a quello del compagno, annulla le distanze che si aprivano nella scorsa stagione nelle transizioni avversarie. Subisce anche la Roma di Mourinho, ma mai andando in affanno, comunque mantenendo almeno la parità numerica in difesa. (…)
Ora c’è anche Abraham. Mourinho, con una spiegazione chissà quanto veritiera, ha rivelato a fine partita di aver scelto lui al posto di Shomurodov per una questione tattica: «Avevo visto che le squadre di Italiano non si fanno problemi ad alzare le pressioni portando anche gli intermedi di centrocampo sui centrali difensivi in possesso palla, ho pensato quindi che sulla tre quarti si potessero aprire degli spazi che Abraham copre meglio. Poi nel secondo tempo, con le squadre più lunghe, avrei inserito Shomurodov anche se Tammy non fosse rimasto vittima dei crampi. Lì negli spazi Eldor diventa imprendibile e si è visto».
Un mago. La spiegazione tattica c’è tutta, ma se davvero avesse fatto solo questa considerazione, significherebbe che da qui in avanti sceglierà tra i due (i tre?) di volta in volta quello che sembra sposarsi meglio con le caratteristiche tattiche degli avversari. Ci sembra molto più logico pensare che il titolare sia Abraham e che l’altro tornerà utile come seconda punta, magari partendo da posizione più esterna, o nei secondi tempi. (…)
(…) Stavolta però Mourinho non ha fatto sostituzioni conservative. Ci mette sempre un po’ a cambiare (a Turchia prima sostituzione a 8′ dalla fine, domenica al 24′ st), ma con la Fiorentina ha inserito un attaccante (Shomurodov) per un attaccante (Abraham), un trequartista (Perez) per un altro (Pellegrini), un esterno offensivo (El Shaarawy) per un altro (Mkhitaryan) e un centrocampista (Bove) per un altro (Veretout). A confortarlo c’è anche l’effetto Olimpico: la gente romanista sta studiando il tecnico e viceversa. Ci sono le premesse per un amore folle. Saranno i risultati a decretarlo. Quanto sarebbe bello.
FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco