La meravigliosa punizione del 3-1 che poteva ammazzare la Juve, la corsa sotto la Curva Sud con le braccia larghe per assorbire tutto l’amore possibile, il nome urlato 10 volte dallo speaker (e dallo stadio) mentre le telecamere subito dopo vanno a inquadrare sugli spalti proprio lui, Francesco Totti, il dieci per eccellenza, quasi come fosse un segno premonitore. Ai più romantici sarà sembrata una storia di capitani e di discendenza regale: Lorenzo che raccoglie l’eredità di Francesco con una perla. Ventotto minuti trascorsi dal paradiso all’inferno.
E infatti, mezz’ora dopo, è arrivata una catastrofe a dir poco inaspettata: il capitano ha sbagliato il rigore che avrebbe cambiato per l’ennesima volta questa partita folle. La Roma era sotto 3-4 dopo la rimonta bianconera, ma un calcio di rigore poteva rimettere a posto le cose con ancora dieci minuti sul cronometro per tentare di vincerla.
Ma Pellegrini è stato tradito da una finta. Rivedendo le immagini dell’esecuzione del tiro dal dischetto, aumentano persino i rimpianti romanisti: durante la rincorsa, Pellegrini quasi si ferma per vedere da che parte si tuffa Szczesny; ma quell’attimo diventa fatale perché lo porta a calciare il pallone proprio nella zona del portiere polacco, che para la conclusione praticamente da terra.
Dopo l’intervento, il numero 7 ha l’opportunità di respingere il pallone verso la porta, ma scivola nel momento meno opportuno. Dalla gioia alla disperazione in un batter d’occhio, praticamente un classico della storia romanista.
FONTE: Il Corriere dello Sport – G. Marota