Da tre stagioni non vince il campionato: basta questo perché in Portogallo definiscano quello del Porto come «il periodo peggiore degli ultimi 34 anni di storia del club». La squadra parte sempre con l’obiettivo di trionfare, ma l’impresa – per colpa del Benfica – non sta riuscendo a Pinto da Costa, il presidente più duraturo di tutta Europa. Ed è proprio per questo che il Porto ha scelto un nuovo allenatore. Nuno Espírito Santo è arrivato dal Valencia, dove ha trascorso un anno e mezzo: il primo con grande successo, il resto no.
STRUTTURA – La squadra è ancora in fase di costruzione. Sono arrivati solo 4 nuovi giocatori: João Teixeira, un giovane portoghese che è stato al Liverpool, Alex Telles, difensore sinistro ex Inter, Felipe, difensore centrale brasiliano dal Corinthians, e Otávio, centrocampista brasiliano di rientro dal prestito al Vitoria Guimarães. Mancano tre giocatori, due dei quali per l’attacco, settore in cui la squadra è più carente. Settore che probabilmente perderà entro la fine del mercato Brahimi e Aboubakar, due dei riferimenti della scorsa stagione.
Ecco perché André Silva, punta di diamante della squadra B che in precampionato ha segnato 7 gol in 7 gare, è diventato il preferito dei tifosi. Il più famoso è ovviamente il portiere, Casillas. Il centrocampo è il settore più forte: Danilo Pereira, campione d’Europa, Herrera, star del Messico a lungo associata al Napoli, André André e Jesus Corona, altro talento messicano. La società ha un fatturato inferiore ai 100 milioni, al di sotto dei principali club italiani, e in casa sfrutta la spinta del Dragao, dove negli ultimi anni ha battuto Bayern, Chelsea, Manchester United e Atletico Madrid. L’ultima volta che il Porto ha affrontato un club italiano è stato in Europa League 2013-14, quando eliminò il Napoli: vittoria in casa per 1-0 e pari al San Paolo per 2-2. La Roma dovrà far meglio, per passare.