Superficiali, perché forse non ha voluto andare oltre e dire anche presuntuosi. Un attacco diretto a quei giocatori rei – secondo José Mourinho – di non metterci cuore, testa e voglia. Gente che dovrebbe sfruttare al massimo le occasioni ricevute in e che invece spreca un’occasione dietro l’altra, forse anche per limiti oramai conclamati.
Subito dopo la brutta prestazione andata in scena in casa del Servette, l’allenatore giallorosso è stato chiaro. “Qui c’è gente che ha un atteggiamento sbagliato, che gioca in modo superficiale certe partite. E che senza neanche avere una grande storia in Europa si permette prestazioni del genere, come questa. Gente che ha perso un’occasione. Da oggi in poi a chi mi chiederà perché gioca poco gli dirò che lo farà solo quando gli altri saranno morti…“.
Uno sfogo che a molti ha ricordato quello della sua prima stagione romanista, giunto subito dopo l’umiliante k.o. per 6-1 subito in casa del Bodo Glimt, quando a fare le spese dell’ira di Mou furono i vari Reynolds, Villar, Mayoral, Diawara e Kumbulla (con l’albanese che poi fu il primo a essere reintegrato, tra i cosiddetti “epurati di Bodo”).
Il mirino di Mou stavolta si è posato prima di tutto su Aouar, assolutamente impresentabile in quel di Ginevra. A sostenerlo anche i numeri della sua partita, finita dopo appena 56’ di gioco: 12 palloni persi su 37 (di fatto uno su tre), solo due duelli vinti su 9, due dribbling negativi su due e 4 falli fatti. Un disastro, legato anche alla sensazione che il centrocampista algerino giochi con la paura addosso. «Quando il livello delle partite sale di intensità lui fa fatica», aveva detto un po’ di tempo fa lo stesso Mou.
Solo che con il Servette Aouar ha sbagliato anche le cose più facili, le più elementari. Adesso l’algerino non solo è deficitario nella fase difensiva («Palla al piede è anche bellino da vedersi, ma deve imparare a difendere con la squadra», l’altro giudizio tranchant del tecnico portoghese), ma anche in quella di possesso, dove invece prima almeno qualcosina riusciva ad aggiungere.
L’impressione è che dopo la sfida di Ginevra per Aouar di altre occasione ce ne saranno poche. Almeno a breve. Poi ci sono quelli che sono subentrati. Tabellino alla mano parliamo di Pellegrini, Belotti, Spinazzola e Renato Sanches. Sono i quattro giocatori entrati a partita in corsa, per cercare di dare forze nuove e linfa vitale alla truppa giallorossa.
Infine Celik, uno che non ha mai convinto Mourinho anche per evidenti limiti tecnici (esattamente come Kristensen, scivolato a destra da prima a terza scelta). «Gente che quando va a giocare fuori casa sente la mancanza della mamma o del dolce della nonna».
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. Pugliese