La Roma riparte con De Rossi, ma anche con un nuovo progetto. Visti i malumori della proprietà sulle scelte di mercato delle ultime stagioni, i costi della squadra, il rendimento altalenante dei giocatori e l’insoddisfazione sulla gestione di Mourinho, è chiaro che adesso il club sia sempre più convinto di cambiare totalmente direzione per studiare un nuovo piano volto alla sostenibilità e valorizzazione dei giovani.
Un primo indizio era arrivato poco più di un mese fa con le dichiarazioni dal Ceo Souloukou: “Il settore giovanile rappresenta sempre di più un punto fermo della nostra strategia complessiva. Il nostro primo compito è quello di lavorare per porre basi solide, dal punto di vista regolamentare e infrastrutturale”.
Giovani, sostenibilità, ricavi e stadio. E a proposito, ieri il Comune ha approvato la delibera che pone fine alla fase del dibattito pubblico sulla costruzione dell’opera di Pietralata: il prossimo passo spetterà alla Roma che dovrà presentare il progetto definitivo accompagnato da un piano economico-finanziario che dovrà essere approvato dall’Assemblea Capitolina.
Tornando al progetto, il mercato a prescindere dall’allenatore della prossima stagione o dal direttore sportivo che i Friedkin sceglieranno insieme al Charles Gould della Retexo, sarà diverso da quello visto negli ultimi anni. Niente colpi alla Lukaku, Wijnaldum o Renato Sanches, più investimenti mirati a mantenere sia la competitività sia la valorizzazione economica del profilo in ottica cessione. L’esempio Baldanzi calza a pennello.
Per questo il settore scouting non solo sarà rinnovato ma avrà maggiore voce in capitolo per individuare potenziali crack a un costo contenuto. Con le cessioni e la scadenza dei prestiti il tetto ingaggi sarà abbassato, e i rinnovi di contratto – come già accade, salvo casi eccezionali – verranno discussi alla fine di ogni stagione.
La Primavera continuerà ad avere un ruolo importante per la crescita e l’utilizzo dei giovani in chiave sportiva e di mercato. Naturalmente al talento va aggiunta sempre l’esperienza, quindi giocatori già navigati (ma sempre under 30) che dovranno comporre lo scheletro della squadra e guidare i più giovani.
FONTE: Il Corriere dello Sport – J. Aliprandi