La prima parte del ritiro romanista, che si è conclusa a Frosinone, contro il Debrecen, è stata per forza di cose molto legata alla figura di Mourinho, alla scoperta dei suoi metodi e delle sue preferenze. E così la richiesta di un atteggiamento diverso, meno “molle” e scostante, da parte dello Special One ai suoi, è stato il tema ossessivo con cui il nuovo allenatore si è presentato e ha guidato la preparazione a Trigoria della squadra.
Avrebbe voluto avere più giocatori nuovi a disposizione subito (vedi Xhaka) e invece Mou ha potuto lavorare sul finale solo con Rui Patricio. Ritiene di avere a disposizione dei buoni elementi, ma il cartello dei lavori in corso è ancora molto lontano dall’essere tolto. La squadra adesso è entrata nella seconda fase, con il ritiro in Portogallo, forte di alcuni punti appresi nella prima parte di lavoro romano.
Per quanto riguarda i centrali (Mancini, Smalling, Ibanez, Kumbulla), Mou è soddisfatto, mentre rischia di essere un problema quello dei terzini. Con il ko di Spinazzola, la Roma è corsa ai ripari con l’uruguaiano Vina, che sta lavorando a Trigoria, isolato in quarantena. Calafiori è il secondo, sulla sinistra, mentre a destra non ha convinto Reynolds e c’è il solo Karsdorp ad essere affidabile, in attesa di capire quale sarà il futuro di Florenzi.
La metà campo giallorossa è la zona che preoccupa di più Mourinho, e infatti il tecnico ci ha messo subito mano, chiedendo un rinforzo il cui arrivo è praticamente sfumato: Granit Xhaka. Veretout è infortunato dai primi di maggio e si è rifatto male, stavolta al quadricipite, senza aver mai giocato neanche un minuto delle amichevoli fin qui disputate. Villar finora non ha convinto in pieno lo Special One, che in quel ruolo vorrebbe un atteggiamento più aggressivo. Lo spagnolo, tra l’altro, si è infortunato ieri in Portogallo: trauma distorsivo di primo grado al ginocchio sinistro, un problema che lo costringerà a rientrare in Italia e a stare fermo almeno un paio di settimane, saltando il resto della preparazione.
Un bel problema, con Mou che sta provando in alternanza nella coppia di centrocampisti Darboe e Diawara (quest’ultimo è sul mercato), oppure i ragazzi della Primavera aggregati, su tutti Bove, che sta lasciando una buonissima impressione. In attesa che il 2 agosto si aggreghi al gruppo Cristante, che piace molto a Mou.
Zaniolo che sta di nuovo bene dopo quasi un anno di inattività e ha voglia di spaccare il mondo; Dzeko rinvigorito dal rapporto con il nuovo allenatore, e poi Mkhitaryan, El Shaarawy, il trequartista capitano, Pellegrini, e la giovane sorpresa che ha stregato Mourinho, Zalewski: l’attacco è il reparto che fa stare più tranquillo Mourinho, in attesa che arrivi anche il jolly per il reparto, l’uzbeko Shomurodov, nelle prossime ore atteso a Roma e acquistato dal Genoa per un totale di 18 milioni di euro tra prestito oneroso e diritto di riscatto, che diventerà obbligo dopo un tot di presenze. Mou si aspetta qualcosa di più da El Shaarawy, giocatore tecnicamente di livello importante, ma nel pieno di una crescita chiesta dal portoghese dal punto di vista di cattiveria e personalità.
FONTE: La Repubblica – F. Ferrazza