Il derby capitale non si gioca più solo negli stadi ma anche tra gli stadi. In un Paese in cui su 129 stadi di calcio soltanto sei sono di proprietà delle società, entrambe le squadre romane stanno cercando di concretizzare il desiderio di avere un’infrastruttura a propria immagine e somiglianza.
Pur se l’iter burocratico da seguire per la realizzazione delle due infrastrutture è lo stesso, trattandosi in entrambi i casi di un partenariato pubblico-privato, l’As Roma è più avanti nella tabella di marcia. La prima pietra dello stadio di Pietralata potrebbe essere, infatti, posata già alla fine del 2025 o – più probabilmente – all’inizio del 2026 per completare i lavori entro l’estate del 2027 e festeggiare 100 anni dalla fondazione del club giallorosso.
La Roma arriverà a sborsare 1 miliardo di euro (inizialmente i costi erano stimati in 528 milioni ma sono subentrati i rincari dei materiali e dell’energia) per realizzare un progetto ex novo, mentre la Lazio investirà oltre 250 milioni per il Flaminio.
Lo stadio di Pietralata della Roma, progettato dal noto studio americano Populous, conterà 60 mila posti con la «curva Sud più grande d’Europa». Non distante la capienza che dovrebbe raggiungere il Flaminio dopo il rinnovo, pari a 50 mila posti, più che raddoppiando gli attuali 24 mila spettatori. Nello spazio giallorosso, che sarà esteso per 17 mila metri quadrati, sorgeranno anche il museo della Roma, il negozio per i tifosi e altre aree dedicate alle famiglie.
Per ascoltare le richieste del Comune le due squadre dovranno intervenire sul tessuto urbano circostante, dando garanzie per mobilità e parcheggi, ma anche trovare una soluzione per ridimensionare l’inquinamento acustico. Nel caso della Roma le due cose si intersecano: i 6.500 parcheggi da garantire si concretizzeranno in un multipiano che sorgerà in un’area posta a metà fra lo stadio e l’ospedale Sandro Pertini, che avrà anche la funzione di schermo acustico.
FONTE: Milano Finanza