Cinque giorni di te e di me. 120.000 persone a consumare passione. Un mondo d’amore (romanista) a cui non faremo mai l’abitudine e che è più forte di qualsiasi insinuazione, di ogni evento apparentemente contrario, di ogni indiscrezione basata sul vuoto pneumatico di chi vorrebbe rendere sempre tutto una infinita polemica, perché così pensano di creare interesse, poveri fessi dispensatori d’odio. Ma quando lo stadio Olimpico si accende come farà stasera (…) e tra cinque giorni contro i giovani campioni del presuntuoso Jaissle per rimediare alla immeritata sconfitta di Salisburgo, non c’è più spazio per nient’altro che questo amore (qui).
Non ci sarà Dybala, ma ci sarà la Roma. Ci sarà probabilmente Pellegrini, ci saranno i tre guardiani del faro, ci sarà Cristante, ma ci saranno soprattutto 60.000 pazzi oggi e 60.000 pazzi giovedì, e solo perché non c’è spazio per 70.000, per 80.000, o per i 100.000 che cantavamo un giorno nelle canzoni e che pensavamo non potessero essere mai più convocabili.
E invece l’Olimpico si riempie ogni volta come una volta, come per magia, una magia chiamata Mourinho. E chi se ne frega pure delle sue paturnie: fanno parte del personaggio, amiamo pure quelle. Chi se ne frega se non sono perfettamente allineati lui e Pinto, o se un acquisto è stato sbagliato o se la costruzione dal basso zoppica un po’. Da quando i Friedkin hanno abbracciato questo progetto non ha più senso rimpiangerne un altro. (…)
Di fronte oggi ci sarà il Verona, allenato da Bocchetti che però non ha ancora la licenza per poterlo fare, per cui in panchina e in conferenza stampa mandano Zaffaroni, probabilmente il meno noto tra i 20 allenatori in prima della serie A. È una squadra strana quella gialloblu, aldilà dei dolci ricordi che evoca almeno per le sfide che hanno sempre rappresentato tappe indelebili nella grande corsa agli scudetti moderni, con il rigore trasformato da Agostino al 90º della seconda giornata della stagione 1982-83 e con le staffilate di Gabriel Batistuta nell’anno di grazia 2000-2001.
Quella col Verona è una sfida dall’esito incerto come incerto è stato il cammino sin qui degli scaligeri (si chiamano così per via della nobile famiglia dei Della Scala, e una scala hanno anche nel logo): in casa tengono un passo dignitoso e hanno fatto meglio persino della rivelazione Lecce, fuori casa non hanno ancora vinto una partita (come la Cremonese). Ultimamente hanno battuto Salernitana e proprio il Lecce, e pareggiato con Udinese e Lazio.
In palio ci sono tre punti pesanti per la prospettiva Champions League, così come giovedì ci si giocherà la qualificazione agli ottavi di Europa League. Farsi sfuggire uno di questi due risultati rappresenterebbe una delusione enorme, che rischierebbe di prosciugare quel mare d’amore montante. Sarebbe troppo ingiusto rispetto a una squadra che non ha raccolto quanto seminato. (…)
FONTE: Il Romanista – D- Lo Monaco