A Trigoria c’è un solo uomo al comando. La sua maglia è giallorossa e il suo nome è José Mourinho. Mai nella storia recente del club l’attenzione mediatica e le virtù di una squadra paiono concentrate su un allenatore, sia pur di grande nome. La Roma attuale sembra cominciare e finire con le idee dello Special One, che è più acclamato e più osannato di qualsiasi giocatore possa avere ai suoi ordini. Morale: se i risultati dovesse strabiliare – e le premesse ci sono tutte – quella che avrà vinto non sarà la Roma dei Friedkin o la Roma di Abraham, ma solo e soltanto la Roma di Mourinho.
Giusto? Certo che no. Senza gli investimenti della proprietà (oltre 80 milioni finora) e il rendimento dei calciatori, nessuno può andare lontano. Non a caso lo stesso portoghese – che ieri ha telefonato a Castori per avere notizie della moglie del tecnico granata, colpita domenica da malore – due giorni fa ha detto: “Non contano gli allenatori, ma il calciatori”. Ma che cosa è cambiato nella Roma? In pratica fra i titolari ha gli stessi giocatori della scorsa stagione ad eccezione di Rui Patricio per Lopez, Vina per Spinazzola (ma quello super è l’azzurro) e Abraham per Dzeko, oltre al ritorno di Zaniolo (non poco). Due cose su tutte: una ritrovata solidità in difesa e la scelta di non cercare il possesso palla fine a sé stesso, ma la velocità di nel ribaltare l’azione.
Il mercato, insomma, è stato finalizzato in questa direzione, anche se Mourinho fino a stasera spererà nell’arrivo di quel centrocampista che chiede da maggio. E se lo scambio fra Villar e Gagliardini pare chimera, occhio a Zakaria (con Witsel, Tolisso, Loftus–Cheek e Douglas Luiz sullo sfondo). Con queste premesse, se Rui Patricio si è confermato affidabile, il vero colpo sembra essere Abraham, che sembra avere tutte le qualità per rinverdire i fasti dei grandi attaccanti della storia. In tanti possono entrare nella categoria, ma ci piace sottolineare la crescita di Pellegrini, non più solo uomo assist, ma anche uomo gol. Non è un caso che nel fine settimana si potrebbe chiudere l’accordo per il rinnovo di contratto fino (almeno) al 2025.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini