Come si vede nella serie di Amazon Prime che racconta i suoi primi mesi al Tottenham, per Mourinho l’ambiente, la città, la quotidianità sono contorno. Per lui, almeno agli albori di una nuova avventura, esistono solo giocatori e campo di allenamento.
All’inizio dell’esperienza al Tottenham Mou ne individua quattro o almeno la serie così ce li racconta: il capitano Kane. Inevitabile il pensiero al primo colloquio che farà con il capitano della Roma, Lorenzo Pellegrini. Anche senza fascia al braccio, un leader dello spogliatoio del Tottenham è Moussa Sissoko. Mourinho sa già l’importanza di Dzeko nella Roma.
Discorso identico per il giocatore più talentuoso del gruppo, ma con la testa più calda. Negli Spurs è Dele Alli, il pensiero va immediatamente a Nicolò Zaniolo e non perché non si alleni nel migliore dei modi ma perché, al netto dei due infortuni, non avere la testa giusta rischia di frenare un talento.
Mourinho non vuole bravi ragazzi, ma una squadra di «bastardi. Le brave persone non vincono i trofei e nella storia ci si resta solo se si vincono i trofei». Qualcuno, almeno all’inizio, è più pronto di altri: Vertonghen. A Mou viene descritto «sempre al limite e pronto alla guerra» e qui il riferimento va a Gianluca Mancini.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – C. Zucchelli