Il derby è il derby, fin da ragazzini. Si dice che una delle grandi delusioni della carriera di Lorenzo Pellegrini sia proprio legata alla Lazio. Anno 2015, all’Olimpico si gioca la doppia finale di Coppa Italia Primavera e la Roma ha tutti i favori del pronostico dopo l’1-0 dell’andata. Invece i biancocelesti di Simone Inzaghi ribaltano il risultato e si portano a casa il trofeo.
Pellegrini aveva già esordito in Serie A da quasi due mesi, ma quella sconfitta gli bruciò così tanto che finì a terra, in lacrime, sul prato dell’Olimpico. Nel corso degli anni si dice che ci abbia ripensato, ma poi ha spiccato talmente tanto il volo che forse quella delusione da diciottenne resterà solo nei suoi ricordi di ragazzino. Ora è un uomo, padre e capitano della Roma e i derby che contano sono altri.
Dopo la partita contro la Real Sociedad, visto che in Europa la Roma non fa silenzio stampa, si è spinto a dire che sì, forse “è il momento perfetto per giocare il derby. Quando si giocano certi tipi di match e quando si è giocatori da Roma bisogna recuperare tutte le energie e saper giocare anche ogni tre giorni partite importanti”. Non voleva essere presuntuoso, Pellegrini, ma voleva semplicemente ribadire la totale fiducia in un gruppo che sente suo al di là della fascia che indossa.
Ieri ha tolto i punti in testa, sta meglio, giocherà ancora con il caschetto ma non si risparmierà. Non lo fa mai, figuriamoci contro la Lazio, l’avversaria di una vita. Ha affrontato i biancocelesti 11 volte di cui 8 con la Roma e 3 con il Sassuolo. Il bilancio dei derby dice 3 vittorie, 3 sconfitte e 2 pareggi, oltre a due gol segnati. Due reti splendide: un colpo di tacco nel 2018 e una punizione lo scorso anno.
FONTE: Il Corriere dello Sport – C. Zucchelli