Diciotto partite prima di trovare la soluzione a centrocampo. Diciassette e due allenatori alle spalle, cercando l’alchimia giusta, la coppia perfetta, che era lì a portata di mano, sotto gli occhi di tutti. Bisognava non solo vederla, ma crederci e rilanciarla. E chi, se non l’aggiustatore, poteva riuscirci? E così, lo scorso 28 novembre, nella partita più difficile sulla carta, quella contro il Tottenham, Thinkerman Ranieri vara il tandem Paredes-Koné.
Ha parlato con Leo e sulla falsariga di quanto accaduto con Hummels in difesa, gli ha consegnato le chiavi della Roma. Scoprire Paredes a 30 anni fa un po’ sorridere. Forse anche Juric si è reso conto di aver sbagliato se, nel discorso allo spogliatoio prima a di salutare la squadra dopo il ko con il Bologna, ha tenuto a ringraziare proprio l’argentino (e Hummels) per la professionalità mostrata nonostante non fosse mai stato preso in considerazione se non per i primi tre spezzoni contro Udinese, Athletic Bilbao e Venezia (52 minuti complessivi) e 90 minuti contro l’Elfsborg.
Oggi Paredes e Koné sono il motore della Roma. Uno imposta, l’altro corre per tre rubando palloni, facendo ripartire l’azione e concludendola come accaduto nella rete del 4-1 al Lecce. Del resto di coppie, soprattutto a centrocampo, Claudio se ne intende: in carriera ha allenato Pizarro e De Rossi nella Roma che sfiorò lo scudetto nel 2011, Drinkwater-Kanté in quello che lo centrò al Leicester, Thern-Pari nel Napoli degli anni 90′, Rui Costa-Schwarz nella Fiorentina, Farinos-Mendieta nel Valencia che vinse la Coppa del Re surclassando il Real in semifinale e l’Atletico Madrid in finale, Makélélé-Lampard nel Chelsea che venne beffato dal Monaco nella semifinale di Champions del 2003-04, Toulalan-Moutinho al Monaco.
FONTE: Il Messaggero – S. Carina
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