In una delle sue rarissime uscite pubbliche, l’altro giorno a Soriano nel Cimino, l’amministratore delegato Guido Fienga ha provato a spiegare che la strategia di mercato della Roma sembra indirizzata per la prima volta (almeno per come sarebbe più o meno percepita, anche se in verità nel merito se ne potrebbe parlare) verso una sorta di “continuità tecnica”, anche se poi lui stesso, con un sussulto di sincerità, ha nel medesimo discorso posticipato la sentenza: «Speriamo di poter commentare a fine mercato che la politica è cambiata».
Quel che è certo è che oggi la Roma non è nelle condizioni tali da potersi permettere di pensare che le necessità tecniche possano prevalere su quelle economiche: servono sempre 120 milioni di plusvalenze, la differenza mancante dovrà metterla Friedkin. E a oggi nessuno, né a Trigoria (Fonseca), né a viale Tolstoj (Fienga), ha sentito dire al nuovo proprietario una cosa così: «Visto che il FairPlay finanziario ce lo consente, non preoccupatevi solo di realizzare le plusvalenze, ma investite la cifra che vi metto a disposizione per le necessità della squadra».
In mancanza di un discorso così netto e chiaro, e in presenza semmai dei concetti piuttosto diversi che sono stati trasmessi, e che obbligano l’amministratore delegato oggi a ridurre in maniera significativa il monte ingaggi, al momento non c’è altra soluzione che far funzionare il piano vendendo il vendibile, risparmiando casomai solo i cartellini più ambiti, come per l’appunto quello di Zaniolo, di Pellegrini e, su diretto veto dell’allenatore, di Veretout.
Insomma, l’evento sportivamente drammatico dell’infortunio del migliore giocatore della Roma, se non altro in prospettiva, non cambia le strategie sul mercato. Salvo clamorose sorprese, non arriverà nessun giocatore di fantasia a sostituirlo, l’obiettivo resta sempre quello di trovare un’alternativa a Dzeko qualora la Juventus perseguisse nel suo obiettivo di tesserare il bosniaco, ovviamente non a sua insaputa.
Nel caso, come già pianificato, la Roma stringerebbe su Milik ragionando sulle plusvalenze che potrebbero derivare nello scambio con Ünder, anche per la convenienza di De Laurentiis. Niente da fare anche per i giocatori che periodicamente vengono offerti a prezzi di costo a Fienga: gli ultimi della serie sono stati Giroud, del Chelsea, e Kokorin, dello Spartak Mosca. (…)
FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco