Se inauguriamo l’anno facendo gli schizzinosi perché la vittoria col Bologna non è stata corredata da un gioco scintillante, nel giorno in cui l’Atalanta ha pareggiato all’ultimo secondo con lo Spezia e la Lazio ha perso a Lecce, e dunque in un colpo solo la Roma si è ripresa il quinto posto, forse non rendiamo giustizia a un gruppo di ragazzi in maglia giallorossa che ce l’hanno messa tutta per ricominciare col piede giusto e alla fine ci sono riusciti grazie anche al provvidenziale salvataggio sulla linea di Abraham, peraltro a deviare oltre la traversa l’unico tiro in porta del Bologna di tutta la partita.
È stato dunque sufficiente il rigore di Pellegrini al 6’ minuto per conquistare i primi tre punti del 2023 e poi una condotta di gara comunque disinvolta, con l’affanno riservato proprio ai secondi finali, quando un paio di rimpalli avrebbero potuto premiare gli avversari ben oltre i loro meriti. La partita non è stata bella, ma in qualche modo è stata “condizionata” dal gol in apertura, e nel secondo tempo quando l’usura della mancanza agonistica s’è presa prima Zaniolo e poi Dybala, Foti, alias Mourinho, ha preferito abbassare il baricentro inserendo prima Matic e poi Bove per difendere il preziosissimo vantaggio senza rischiare altri sbandamenti.
La partita della Roma è stata messa subito in discesa dal primo frutto delle giocate di velluto di Zaniolo e Dybala, col primo a cercare il secondo in area, lo scatto imprevedibile dell’argentino a sorprendere il colombiano Lucumì e l’inevitabile impatto tra i piedi, per il chiarissimo rigore concesso dal permissivo Santoro di Messina. Magistrale anche la trasformazione di Pellegrini, un destro aperto ad accarezzare la parte interna della rete alla sinistra di Skorupski, spiazzato. Subito scombinati dunque i piani di Motta che aveva invece sperato di sorprendere Mourinho, rappresentato nell’occasione in panchina da Foti, con il suo 4231 privo di punti di riferimento fissi dalla cintola in su.
Davanti ai quattro della linea difensiva (da destra Posch, Soumaoro, Lucumì e Lykogiannis), Medel e Rodriguez sono solo posizionalmente i due mediani, così come Orsolini parte da esterno destro e Soriano da sinistro ma convergono spesso dentro il campo a ripartire dentro corridoi centrali, con Ferguson a spaziare alle spalle di Arnautovic, ma scambiandosi spesso di posto con Rodriguez e a volte con lo stesso Medel. Un tourbillon soprattutto delle posizioni di centrocampo che però non ha sorpreso Mourinho (a vigilare dall’alto a scontare la prima delle due giornate di squalifica, nascosto agli occhi indiscreti dei curiosi) che a sorpresa ha invece dato fiducia dall’inizio a Tahirovic, il giovane serbo/svedese svezzato da Matic tanto da levargli il posto, con Abraham inizialmente in panchina e Pellegrini lasciato a trequarti alle spalle di Dybala e Zaniolo, senza un centravanti di ruolo, con El Shaarawy e Celik in fascia e i soliti tre difensori davanti a Rui Patricio.
In 45 minuti il Bologna non è stato in grado di tirare in porta una sola volta (quattro i tentativi in totale), mentre lo specchio di Skorupski è stato centrato tre volte dai giallorossi (su dieci tiri verso la porta). In particolare sono state tre le occasioni propizie: al 17’ un tiro che pareva davvero ben indirizzato da Mancini è stato deviato al volo da Zaniolo a rialzare la trattativa, con Skorupski proteso in tuffo a vigilare che la palla non scendesse sotto la traversa; al 41’ sul primo calcio d’angolo della partita, con il solito Pellegrini alla battuta, in area Medel ha trascinato a terra Smalling senza che nessuno degli arbitri avesse trovato nulla da eccepire, nel prosieguo del viaggio la palla ha trovato Dybala pronto a deviare verso la porta, ma la conclusione è stata respinta, e sul tap-in l’argentino ha genialmente cercato di sospingerla di collo a pallonetto non avendo il tempo di colpirla più in basso, mandandola a un palmo dalla traversa di Skorupski.
Un solo brivido per Rui Patricio, invece, per una sghemba rovesciata volante di Orsolini al 31’ su cross lungo di Lykogiannis. Un solo ammonito nella prima frazione, Ibañez. Non ci sono stati picchi di gran gioco da nessuna delle due squadre, né i dispositivi difensivi hanno mostrato grandi crepe nelle quali infilarsi. Maestosa, al riguardo, l’interpretazione di Smalling, alle prese con un sopraffino interprete del ruolo offensivo come Arnautovic. Comprensibilmente timido Tahirovic, mai a disagio in ogni caso al fianco di Cristante. La manovra giallorossa si è disciolta fluida, forse non veloce come avrebbe dovuto, sempre piuttosto sbilanciata dalla parte in cui decideva di andare Dybala, il più cercato dai compagni.
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FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco
Ritardo Nervosa Affonda Roma Vina Espulso Mourinho Attende Piano Friedkin