Un disastro. Annunciato? Forse. Ma che ora ha bisogno di risposte. Chiare, nette, senza tergiversare. Quale sia la scelta – continuare con Juric (ad oggi l’ipotesi meno probabile), richiamare De Rossi o affidarsi ad un terzo allenatore – bisogna deciderlo subito.
Oggi, non oltre. Perché giovedì già si giocherà con il Torino e poi di nuovo in trasferta a Verona dopo altri tre giorni. La Roma è in ginocchio. Il tecnico di Spalato paradossalmente è il meno responsabile di questa situazione anche se non è riuscito a raddrizzarla, sovrastato e spazzato via da problemi più grandi di lui. Gli errori sono iniziati a giugno, quando si è rinnovato il contratto a De Rossi senza la fiducia del dirigente apicale dell’epoca (Souloukou) che avrebbe voluto virare su Palladino.
Si è poi continuato con un mercato caratterizzato dall’occasione e non da una progettualità a tal punto che una squadra partita per giocare con il 4-3-3 s’è ritrovata a fine sessione con l’obbligo di prendere un paio di difensori svincolati per virare sul 3-5-2. E non finisce qui: via De Rossi dopo quattro giornate e tre punti (ottenuti dopo tre gare su 4 giocate in trasferta) e dentro Juric, scelto dall’amministratore delegato fatto poi dimissionare la settimana successiva. Non ci si può quindi sorprendere di questa classifica (undicesimi con 10 punti dopo 9 partite) e di una squadra allo sbando.
Ipotizzare scenari, è complicato. Soprattutto perché non esiste un referente a Trigoria. Ghisolfi non ha avuto voce in capitolo nella scelta di Juric, chissà se l’avrà nel suo presumibile addio dopo che soltanto una settimana fa, aveva parlato prima del match contro l’Inter di “miglioramenti e di dover dare tempo all’allenatore”.
Intanto ieri sera ha preferito non parlare. Ma chi c’è in giro? L’ipotesi più concreta è quella di un ritorno di De Rossi. Sarebbe la cosa più logica, allenatore già a libro paga che lo spogliatoio non avrebbe voluto lasciare e che riabbraccerebbe con entusiasmo.
Tra l’altro Daniele, insieme alla moglie, è a New York in vacanza dove in queste ore si sono spostati, arrivando da Los Angeles, anche i Friedkin. Una coincidenza? Le altre piste sono da vagliare. Ieri sera è iniziata a circolare una clamorosa voce di un ritorno di Ranieri. Ma non finisce qui: perché a livello di suggestioni rimane libero Allegri e da qualche giorno si è aggiunto anche Mancini, smarcatosi dalla panchina milionaria dell’Arabia Saudita. Il problema è però sempre il manico e quindi i proprietari.
I Friedkin devono decidere cosa fare. Rilanciare? E allora le ipotesi di Allegri e Mancini potrebbero avere un senso. C’è bisogno di un altro traghettatore? In questo caso Sir Claudio potrebbe essere l’uomo giusto. Ribadiamo però, in un momento del genere la decisione più logica, normale, per certi versi scontata, sarebbe richiamare De Rossi.
Sì proprio Daniele, quel ragazzo con appena una decina di panchine alle spalle in serie B messo a scudo della Roma quando si decise di esonerare Mourinho lo scorso gennaio. Quell’allenatore che per meriti si era guadagnato il rinnovo, iniziando un percorso pieno di difficoltà, senza ottenere grandi risultati ma che comunque aveva lo spogliatoio dalla sua parte.
Chiaro, sarebbe difficile spiegare all’esterno il comunicato nel quale 40 giorni fa lo si congedava dicendo che si puntava su Juric per “ambire a vincere trofei”. Ma la situazione è così tragica che per una volta, quello sarebbe l’ultimo dei problemi.
FONTE: Il Messaggero – S. Carina