C’è stato un momento esatto in cui la carriera di Rick Karsdorp ha preso una strada diversa da quella a cui pareva destinata. Era un giorno di settembre e in pieno mercato, quando ormai era tutto abbastanza pronto per il suo trasferimento al Genoa, lui decise di dire stop. Una mossa a sorpresa, che aveva un’origine semplice: una (doppia) chiacchierata con due leader del gruppo romanista.
Karsdorp di Roma aveva quasi paura, fino a pochi giorni prima. Il prestito al Feyenoord era andato abbastanza bene, ma la capitale per lui era il ricordo di infortuni dolorosi, critiche, bocciature. Anche umiliazioni. Aveva deciso di andare via, il Genoa si era mosso pronto a chiudere un’operazione da 7 milioni (prestito con diritto). Poi però è successo qualcosa: la stagione era ripresa e nelle prime amichevoli Fonseca aveva dato fiducia a questo ragazzo olandese che quando arrivò alla Roma la prima volta veniva chiamato in patria “de locomotief”, la locomotiva. E lui aveva dimostrato di non trovarsi male, come laterale a tutta fascia nel 3-4-2-1.
Soprattutto, a guardarlo con una certa sorpresa erano i compagni: l’atteggiamento, la convinzione, erano completamente diverse da quelle della prima avventura: arrivato forse troppo giovane, aveva lasciato ricordi non proprio positivi persino tra i fisioterapisti. Stavolta pareva a tutti diverso. E così, Lorenzo Pellegrini prima ed Edin Dzeko poi, hanno deciso di parlarci. Dicendosi convinti che in questa Roma lui avrebbe potuto giocare eccome. Anzi, che avrebbe potuto diventarne un titolare. In particolare il centrocampista romano ha passato molto tempo a convincerlo a rinunciare al Genoa, per giocarsi le sue carte qui.
E Karsdorp si è convinto. Ritagliandosi sempre più spazio. Ora, con 4 assist vincenti, è tra i migliori del campionato nella specialità, meglio di lui soltanto il trio Mertens, Calhanoglu e Mkhitaryan. Con Dzeko ha costruito un legame particolare, provato dalle comunicazioni in campo: sul gol che ha affondato la Samp, il bosniaco ha chiamato palla sul primo palo e Karsdorp l’ha servito deliziosamente, spalancandogli la porta. Certificando che il primo obiettivo del mercato di gennaio – un esterno destro di prospettiva ma affidabile – non è poi una priorità così urgente.
FONTE: La Repubblica – M. Pinci