La maledizione continua! La Roma non c’è più con il gioco, le gambe, ma soprattutto con la testa e torna sconfitta anche da Genova contro la Samp: che non è il Manchester. A Marassi vince l’ex Ranieri, meritatamente, contro una squadra ormai alla frutta che non vede l’ora di poter dire: è finita. Resta settima in classifica, ma ora il Sassuolo è solo 2 punti più sotto e di guardare verso l’alto non se parla proprio: può andare solo peggio. Fonseca si presenta con ciò che resta della Roma dopo la sventurata trasferta inglese: sette cambi rispetto alla squadra di Coppa, e oltre a nove infortunati deve rinunciare anche a Pellegrini diventato padre per la seconda volta.
Esordio stagionale da titolare del giovane portiere brasiliano Fuzato, Kumbulla torna dall’inizio e Cristante riprende il suo posto a centrocampo dopo la lunga parentesi difensiva. A destra Santon prova, senza successo, a far dimenticare l’infortunio di Spinazzola. Ma assenze a parte la Roma arriva a Genova con la testa pesantissima e i sei gol di Manchester ancora in circolo nel sangue ad avvelenare un finale di stagione già tragico di suo. La squadra di Fonseca arriva a Marassi con una sola vittoria nelle ultime sette partite (ora otto), con Dzeko che non segna in serie A proprio dalla sfida conlaSampd’andata:3gennaio scorso, una vita per un bomber che si ritrova per la prima volta in campo da titolare assieme al suo alter ego Mayoral.
Dall’altra parte una Samp che non ha più nulla da chiedere alla stagione, con una salvezza arrivata molto in anticipo e l’unico traguardo messo da Ranieri a quota 52 punti. Ma anche nella sfida delle «non motivazioni» la Roma ha la peggio: gioca un buon avvio di gara, poi esce lentamente dal campo lasciando spazio alla Samp che passa in chiusura di primo tempo grazie a uno scivolone di Kumbulla sul rilancio di Fuzato: il portoghese Silva segna il suo primo gol in serie A. Altro record giallorosso, avanti un altro. La ripresa è altra tristezza, perché almeno la Samp ci prova mentre la Roma trotterella nel campo come in un allenamento di metà settimana. Jankto così la castiga, giustamente, per la seconda volta.
E non basta nemmeno un rigore concesso da Sacchi per rianimare una Roma già morta: Dzeko dal dischetto potrebbe sbloccarsi e invece la maledizione continua. Fonseca cambia uomini ma non la dinamica di un serata ormai compromessa come la sua Roma che non riesce più a vincere nemmeno con le squadre di mezza classifica. Ora altre quattro giornate di agonia poi la parola «fine» che sarà una sorta di liberazione per i tifosi giallorossi alle prese con un’altra stagione da dimenticare. Ma prima giovedì c’è di nuovo il Manchester stavolta all’Olimpico per cercare almeno di salvare l’onore: ammesso che questa squadra ne abbia ancora uno.
FONTE: Il Tempo – T. Carmellini