Resiste in nove la Roma all’assalto della Fiorentina e alla fine porta a casa un punto salutato dall’Olimpico in tumulto come una vittoria, l’esito che dopo il vantaggio al 5’ confezionato da Dybala e realizzato da Lukaku sembrava profilarsi in questa sfida dal sapore di Champions. E invece quando la partita è finita in campo non c’erano più né l’argentino, fermato al 24’ da un infortunio che ora tiene tutti sulle spine, né il belga, espulso all’87’ per un fallo scriteriato, forse l’unica decisione giusta presa in campo da Rapuano, uno degli arbitri più scarsi della Serie A. I numeri statistici della sfida saranno tutti a vantaggio della Fiorentina, tra cui un possesso palla praticamente esclusivo, ma non vi fate ingannare dalle statistiche né dalle parole di parte di Italiano a fine partita.
Per come s’era messa la gara la Roma pareva in controllo e in vantaggio, e con Dybala in campo la serata avrebbe avuto un altro esito. Se ci mettiamo poi che anche il sostituto di Dybala, Azmoun, si è dovuto arrendere a un polpaccio, e che quando a metà ripresa la Roma è rimasta in dieci (doppio giallo un po’ fiscale a Zalewski) la Fiorentina ha trovato subito con Martinez Quarta il gol del pareggio, è chiaro che la gara ha preso un’inerzia che sembrava prefigurare una dolorosa sconfitta.
Poi nel finale è stato mostrato il rosso diretto anche a Lukaku e l’assalto si è fatto convulso, ma Rui Patricio ha resistito e il pubblico ha esultato, con Mourinho infuriato che ha disertato tribune televisive e sale stampa ed è andato via a smaltire la rabbia lontano dallo stadio: con il punto la Roma ha difeso almeno il quarto posto in coabitazione con il Bologna, che domenica attende proprio i giallorossi in un altro spareggio da giocare in condizioni d’emergenza.
Il vantaggio giallorosso dopo pochi minuti aveva ovviamente esasperato il profilo atteso della partita, con la Fiorentina a palleggiare e a tenere alte linea difensiva e pressioni e la Roma a difendere bassa cercando il pertugio adatto per ripartire in velocità, sfruttando magari qualche uno contro uno a campo aperto. Ma il giochino è riuscito nei 24 minuti in cui Dybala è rimasto in campo, ed è stato assai più faticoso nella seconda metà del primo tempo, quando ogni transizione attiva con recupero del pallone, alto o basso che fosse, finiva perso dopo pochi secondi per l’incapacità, di molti dei giallorossi, di sostenere tecnicamente l’assalto delle cavallette viola.
Non che questo per contrasto abbia prodotto chissà quali occasioni da rete a favore degli ospiti: anzi alla fine del primo tempo sul taccuino del cronista sono rimaste impresse le azioni della Roma successive al gol con un tiro sbagliato da Dybala al 14’ (un rigore in movimento) e soprattutto una clamorosa ripartenza in due contro uno sprecata malamente da Lukaku al 40’. La Fiorentina ha costruito invece un’unica palla-gol al 17’, peraltro con un suggerimento di Bonaventura in area diretto a Ikoné e invece sfruttato da Nzola, fermato sul più bello da Rui Patricio in disperata uscita.
Nel dettaglio, la Roma si è presentata con il solito 352 d’ordinanza, con Pellegrini capitano nuovamente titolare anche se nella versione ancora da convalescente, Cristante nel centrodestra e Paredes in regia opposto a Bonaventura (rispettivi vertici basso/alto dei due centrocampo a tre), con i soliti tre difensori, e Kristensen e Zalewski sulle corsie. Davanti Dybala e Lukaku che dopo neanche cinque minuti hanno confezionato la palla che ha messo in discesa la gara: transizione alta, ampiezza trovata da Cristante per Kristensen, scambio ravvicinato tra lo stesso Cristante e Dybala che entrato in area sulla destra invece di portarsi avanti la palla l’ha uncinata di esterno sinistro verso il centro dell’area dove Lukaku ha sfruttato la tendenza dei difensori viola ad accorciare sempre verso l’alto, si è infilato tra Kayode e Martinez Quarta e in tuffo ha infilato Terracciano all’angolino.
Così la Fiorentina ha reso estremo il suo piano di gara, e la Roma per poco non ne ha approfittato presto, con una bella apertura di Dybala a sinistra per Zalewski che ha anticipato l’intervento di Kayode e si è presentato solitario in area a sinistra, da lì ha cercato indietro Dybala che al limite dell’area ha ciabattato fuori il pallone indicando poi il terreno come responsabile del mancato gol, con i 60932 protagonisti dell’ennesimo sold out che stavano già per esultare.
Poi l’argentino è uscito (al suo posto Azmoun) e la Roma come spesso le è accaduto anche in passato ne ha risentito, si è rintanata senza più riuscire a uscire, nonostante le situazioni propizie che si prefiguravano in campo per l’atteggiamento assai aggressivo dei viola. Per esempio al 40’ è partito un due contro uno sprecato da Lukaku con un passaggio senza senso ad Azmoun (e sulla ripartenza la Roma ha rischiato, ma Ikoné si è intestardito in un’azione personale invece di servire il liberissimo Bonaventura, fino all’intervento falloso che ha determinato il primo giallo per Zalewski).
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FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco