Ieri Ivan Juric alla ripresa degli allenamenti – senza tanti giocatori impegnati nelle rispettive nazionali – ha deciso di non tornare sulla partita di Monza, nello specifico su quel rigore non concesso a due minuti dalla fine e che avrebbe consegnato una vittoria scaccia problemi. Un segnale ai suoi, un messaggio chiaro su come adesso il gruppo debba ripartire senza pensare al passato, agli alibi o allo sconforto di un pareggio contro la penultima della Serie A, ma piuttosto proiettandosi sul lavoro, sulle prossime insidiose partite che dopo la sosta indicheranno inevitabilmente quali saranno gli obiettivi stagionali dei giallorossi.
Per questo motivo il tecnico e il suo staff sono alle prese con le strategie da attuare in questi dieci giorni di stop per preparare la squadra al nuovo tour de force tra campionato e coppa. Sette partite in venti giorni, una media di una gara ogni tre giorni prima della nuova sosta delle nazionali: in poco meno di tre settimane si deciderà il futuro della Roma, Juric deve quindi sciogliere i nodi della sua squadra e cercare di risolvere i diversi problemi evidenziati in questi primi due mesi turbolenti di stagione.
Su undici giocatori acquistati in estate, al momento soltanto Dovbyk è titolare fisso. Il che significa che Juric sta considerando di più la vecchia guardia rispetto a chi è stato preso proprio per alzare l’asticella qualitativa e tecnica della squadra. Il primo obiettivo dovrà quindi essere quello di cercare di far crescere i nuovi arrivati e di inserirli progressivamente in pianta stabile – chi più, chi meno – nell’undici titolare. Da Soulé, pagato 30 milioni, a Dahl – riserva misteriora di Angeliño – passando per Le Fée, Koné (che si sta alternando con Pisilli) fino ad Abdulhamid e i difensori: c’è bisogno di tutti per riuscire a essere competitivi tra campionato, Europa League e Coppa Italia.
E a proposito dei difensori, adesso il tecnico dovrà decidere come utilizzare Hermoso e Hummels, gli “H2” prelevati in extremis da parametri zero e ora ansiosi di mostrare il loro valore con la nuova maglia. Hermoso ha giocato ma dimostrando di non essere totalmente in condizione. Ha faticato in alcune gare mentre in altre gli è stato preferito Angeliño da braccetto dei tre difensori centrali. Lo spagnolo avrà questi dieci giorni per continuare a spingere in allenamento e migliorare la propria forma. Così come Hummels, fin qui zero minuti, che scalpita e vuole tornare a giocare. Entrambi darebbero qualità ed esperienza al reparto, ma più in generale alla squadra. (…)
(…) Il tecnico ha ritrovato Zalewski ma ha perso El Shaaawy (stiramento al polpaccio), ancora non si sa per quanto. Senza contare poi il ko di Saelemaekers (rientrerà dopo la sosta di novembre). Juric aspetta gli infortunati, ne ha bisogno per poter sfruttare l’intera rosa tra le tre competizioni e avere energie fresche per il suo gioco aggressivo. Il ritorno di Le Fée, che si sta allenando con un tutore al ginocchio, può aiutarlo nelle scelte in mezzo al campo. Più giocatori, ma anche più qualità in campo. Soprattutto in attacco. La Roma crea tanto ma segna poco, e questo emerge dai numeri.
In sette gare di Serie A ha effettuato 118 tiri (più di tutti in campionato) centrando la porta 34 volte ma segnando solo in 8 occasioni. In sostanza la Roma impiega mediamente 14,75 tiri per segnare. Non il massimo. Per questo Juric dovrà migliorare questo fondamentale, indispensabile per gli obiettivi prefissati. E sempre per questo motivo Dovbyk deve essere sempre più al centro del progetto. Quattro gol nelle ultime sei partite, Juric vuole costruire una squadra che giochi per lui, che lo metta nelle migliori situazioni per segnare. (…)
FONTE: Il Corriere dello Sport – J. Aliprandi