Il primo all-in è andato: ora Ivan Juric, dopo aver avuto la meglio sul Torino, si trova di fronte un’altra vecchia conoscenza. Domenica la sua Roma è di scena al Bentegodi contro il Verona, stadio e squadra che il croato conosce fin troppo bene: in gialloblù due stagioni, tra il 2019 e il 2021, prima di approdare proprio al Torino. Un biennio caratterizzato da un nono e un decimo posto, durante il quale Juric ha avuto modo di lanciare i vari Dimarco, Rrahmani, Kumbulla, Amrabat e Ilic, giusto per citare qualche nome.
Stavolta, però, il Bentegodi rappresenta un banco di prova importante per il tecnico, come lo è già stato il Torino nella scorsa giornata. Il successo di misura è servito ad allontanare gli spettri dell’esonero per qualche giorno, ma ora a Juric e alla squadra si chiede continuità, altrimenti quanto di buono visto contro i granata risulterà vanificato. Troppo deludente questo avvio di stagione, troppo bruciante il ko del Franchi, per lasciarsi tutto alle spalle con una vittoria.
A chi gli aveva chiesto, dopo la Fiorentina, se si sentisse in discussione, Ivan aveva risposto con un sibillino eppure eloquente: «Sappiamo com’è il calcio…». Parole che lasciavano percepire la consapevolezza del croato in merito alla sua condizione “pericolante”. Ora, alla quinta partita di questo mini-ciclo che si concluderà con le trasferte contro Union St.-Giloise e Napoli, l’unico risultato contemplato a Verona è la vittoria: la classifica impone una sterzata, anzi, un’accelerata; anche perché le altre squadre non aspettano.
Juric si gioca quindi il futuro affrontando il passato: 79 le panchine a Verona, dove Paolo Zanetti sta faticando dopo un buon avvio; i veneti sono reduci da sei sconfitte nelle ultime sette gare di campionato e saranno agguerriti, forti anche di due giorni in più di riposo rispetto alla Roma. Ma Juric non può di certo cercare alibi di questo tipo: sa che sulla sua testa – come su quella di qualsiasi altro tecnico – grava la scure dei risultati, a maggior ragione in una piazza ambiziosa ed esigente come quella della Roma. Perciò si prepara a un altro all-in: resta da capire con quali uomini Ivan vorrà giocarsi questa mano. (…)
FONTE: Il Romanista – L. Latini