Ognuno ha il proprio Quadrato Magico per cercare di essere felici. La Roma crede averlo trovato assicurandosi le prestazioni di Paulo Dybala, Tammy Abraham, Nicolò Zaniolo e Lorenzo Pellegrini, ma è ovvio che ciascuno di loro declina il proprio momento in modo differente dagli altri. Ad esempio, rispetto alla straordinaria scorsa stagione, proprio il capitano giallorosso – sta cercando di far lievitare l’annata sulla falsariga di quella conclusa a maggio, con lui che alzava la coppa della Conference League nel cielo di Tirana.
Certo, nessuno può pretendere che Pellegrini segni ancora 14 gol come quello realizzato nel 2021-22, ma essere fermo ancora a una sola rete – quella ai danni dell’Hjk Helsinki in Europa League – è troppo poco per uno delle sue qualità. Così, anche per cercare di tornare a lucido già dal prossimo, delicato impegno contro l’Inter a San Siro, Pellegrini ha scelto il suo personale Quadrato Magico, il suoi “Fab Four” a cui affidare il proprio rilancio in tempi stretti.
Nel gruppo di lavoro del capitano c’è una nutrizionista (Sara Farnetti), un osteopata (Maurizio Mafrica, collaboratore del Coni), un fisioterapista e preparatore (Piergiorgio Luciani, che in passato ha collaborato anche con Federer), e un dentista che lo aiuta a livello posturale (Daniele Puzzilli).
La Farnetti, più che fornirgli una dieta specifica, si occupa che l’alimentazione del capitano sia sempre equilibrata e funzionale agli sforzi che lo attendono di volta in volta. Mafrica invece, si occupa di curare l’aspetto articolare di Pellegrini, soprattutto alla luce delle tante sollecitazioni a cui lo scheletro viene sottoposto.
Particolare cura poi, da parte di Puzzili, va all’aspetto muscolare e del recupero dagli infortuni. Le fibre del capitano sono molto delicate e in passato a Lorenzo è capitano di doversi fermare per periodi non brevissimi. Infine Puzzilli è quello che, attraverso l’impiego anche di bite, possono assicurare che la postura del giocatore sia sempre corretta e che quindi non vada incontri a infortuni.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini