Colpisce ancora la spietata legge dell’Olimpico, ma forse dovremmo dire di Mourinho: 2-0 alla Real Sociedad, un gol di El Shaarawy in apertura e uno di Kumbulla in chiusura, due gregari che non sono abituati alla copertina ma che stavolta la meritano tutta, Real Sociedad respinta con perdite e piede già nei quarti, a patto ovviamente di difendere il doppio vantaggio tra sei giorni all’Anoeta di San Sebastian, incastrati tra il Sassuolo e il derby, con lo spirito che ha guidato i giallorossi ieri sera in un primo tempo perfetto e in un secondo tempo di sapiente contenimento.
È la specialità della casa ormai, e se pensate che tutti questi indizi non facciano una prova allora niente potrà convincervi: settima vittoria del 2023 su otto partite (incredibile dictu, l’unica sconfitta con la Cremonese in Coppa Italia), e settimo clean sheet, con le squadre di ogni censo che sbattono contro un muro e non riescono a tessere gioco, neanche chi è abituato a farlo come questi poveri baschi.
Stavolta poi Mourinho ha dovuto preparare la partita dell’Olimpico con l’incognita di ogni gara d’andata, senza il conforto di un risultato già maturato, come invece gli era capitato in tutte le sfide dentro o fuori dagli ottavi in poi l’anno scorso in Conference League e anche nel playout col Salisburgo di quest’anno. Ma quando hai plasmato una squadra tanto matura sotto il profilo tecnico e tattico puoi stare tranquillo che il più del lavoro è già svolto, si tratta sono di non sbagliare impostazione strategica con l’avversario e non permettergli di godere mai di qualche comfort zone inattesa.
Così mago Mou stavolta ha impostato la squadra in vigile attesa, puntando su Dybala e Pellegrini quasi ali in fase di non possesso, pronti a schermare più centrali la prima impostazione in non possesso e chiedendo all’inesauribile capitano anche il sacrificio di abbassarsi a fare la mezzala nello sviluppo più profondo degli spagnoli, quando la Roma come spesso fa tende ad abbassarsi con gli esterni ad affiancare i centrali in una linea compatta di cinque uomini, e allora c’è bisogno di un terzo di centrocampo a sostenere anche dal punto di vista dinamico l’impegno gravoso dei professori del centrocampo giallorosso, Matic e Cristante.
Dietro ha fatto il suo esordio Diego Llorente, uno su cui si potrà contare nei momenti in cui dovrà tirare il fiato uno dei tre titolari, com’è capitato ieri sera allo squalificato Ibanez. Piede pulito, grande serenità psicologica, buona attitudine difensiva (giusto una sbavatura), splendida propensione offensiva: questo è sembrato Diego Llorente nei primi 45 minuti, prima dell’infortunio che l’ha tenuto negli spogliatoi.
In più Mou ha anche il vantaggio di saper indovinare il momento giusto per cambiare qualcosa degli altri titolari: per esempio El Shaarawy, un po’ sacrificato da Salisburgo in poi (“Mi spiace per lui, l’ho tenuto fuori dalla gara di ritorno per tenermi un piano B”, disse lo Special One), ieri è sembrato come se non si fosse mai assentato: suo il gol al 13’ del primo tempo, tanto per mettere subito in chiaro le cose perché quest’anno nella Roma chi gioca gioca il prodotto finale non cambia, anzi si arricchisce di qualcosa di nuovo ogni volta.
Alguacil aveva invece disegnato un prevedibile 4312 per la sua celebratissima Real Sociedad, con David Silva a fare il Dybala sulla trequarti, ma senza un Pellegrini al fianco, con il solido norvegese Solroth ed il veloce giapponese Kubo a dividersi l’onere dell’attacco, con la difesa puntata su Gorosabal, Zubeldia, il francese Le Normand e Rico, e un centrocampo a tre invero un po’ povero di fantasia con Zubimendi in cabina di regia, Merino e Illaramendi intermedi.
Bellissimo il gol che ha spaccato la partita al 13’: Real sbilanciata in pressione offensiva, Dybala sconsideratamente lasciato solo a ricevere a destra senza alcuna pressione, mentre El Shaarawy intuiva la potenzialità dell’azione e partiva in una corsa senza freni (88,7 metri conterà poi Sky), conduzione di pallone rapida e ficcante di Paulo, apertura su Abraham in taglio in area, finta di rientro e affondo dell’inglese e perfetto assist sul secondo palo proprio per il commovente salto di El Shaarawy, a segno in acrobazia ormai a porta vuota.
Così la gara si è messa subito nella direzione giusta, ma la Roma non si è mai accontentata di puntare solo su quello: ha difeso con attenzione senza concedere niente e senza mai rinunciare alla transizione offensiva, così da far tenere alta la tensione ai baschi e togliendo loro ogni certezza su cui sono abituati a contare. (…)
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FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco