Mourinho ci ha messo trent’anni a metabolizzare l’esperienza del derby: da Lisbona a Roma, passando anche per Inghilterra e Spagna. Città e nazioni sempre diverse tra loro, stili diversi, ma in comune c’è stato il fatto di aver dovuto rivestire il ruolo di condottiero di una tifoseria.
La tensione del tecnico portoghese è più alta di ciò che si crede. Mourinho ieri in conferenza: “Partite del genere danno sempre qualcosa in più delle altre. Non faccio graduatorie. Tutti sono passionali. Quando lo gioco non lo faccio pensando a me stesso, ma a quelli che storicamente danno sangue, da quando sono nati, cioè i tifosi. Ora gioco per quelli della Roma. Il primo è stato il derby di Lisbona, ma per me adesso ormai sono tanti ora, alle emozioni sono abituato, In ogni caso, dopo due anni di pandemia, sarà un ambiente più bello. Il calcio senza tifosi non è calcio e il derby senza tifosi non è derby”.
Ancora Mourinho: “Questa squadra ha una caratteristica che mi fa pensare come un risultato migliore sia sempre possibile fino alla fine”. Alle critiche di Zeman, incentrate sul gioco espresso dalla sua squadra, lo Special One risponde: “Uno con 25 titoli non può rispondere a uno con due Serie B. Se mi si parla di Trapattoni o Capello bene, però Zeman…”.
Per quanto riguarda la formazione che scenderà in campo oggi: il tecnico ha ufficializzato la presenze di Pellegrini, che giocherà nonostante non sia al meglio, ma non si è espresso sul titolare della fascia sinistra: ballottaggio tra Zalewski, Vina, El Shaarawy e Maitland-Niles. Kumbulla è in vantaggio su Ibanez, a centrocampo Sergio Oliveira prova a insidiare Cristante o Mkhitaryan. Davanti Zaniolo dovrà dimostrare di meritarsi il posto, perché neanche lui ha il posto assicurato. Ancora Mourinho: “La Roma che mi piace di più è quella che vince e domani (oggi, ndr) voglio una Roma che vince”.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini