La Roma conquista tre punti pesanti che le consentono di restare nella scia delle prime quattro in classifica. Il successo sul Torino firmato da Abraham è la testimonianza di quanto Mourinho sia entrato nella testa dei suoi giocatori, di come sia riuscito a portarli dalla sua parte, chiedendo sacrificio, abnegazione. La Roma ha concesso al Torino 13 occasioni da gol, il 68% del possesso palla, ma ha dato sempre la sensazione di controllare la partita, non ha mai sbandato, neppure quando non è riuscita ad uscire dalla sua area.
Seconda vittoria consecutiva, con Rui Patricio rimasto imbattuto. C’è quasi sempre Smalling in campo quando la Roma non prende gol, il suo recupero è prezioso. Mourinho in piena emergenza a centrocampo perde anche Pellegrini dopo un quarto d’ora, deve rivedere l’assetto tattico con l’ingresso di Perez. E’ stato il Toro a fare la partita, ma la Roma ha aspettato ed è ripartita, sfruttando gli strappi di Zaniolo e le invenzioni di Mkhitaryan, i due giocatori che hanno beneficiato maggiormente del cambio modulo.
Proprio loro due hanno confezionato il gol, con Abraham favorito dal velo di Zaniolo. Il centravanti inglese ha lavorato molto per la squadra, poco prima aveva salvato dentro l’area piccola sul tiro da distanza ravvicinata di Buongiorno. Quattro minuti dopo avrebbe potuto mettere al sicuro il risultato, ma il Var ci ha messo sei minuti per cambiare l’idea di Chiffi. L’inglese si vede negare il raddoppio anche allo scadere del primo tempo, con un colpo di testa deviato sulla trasversa.
FONTE: Il Corriere dello Sport – G. D’Ubaldo