Tra un “giochista” della prima ora e un “risultatista” last minute, ecco farsi largo la fi gura del “puntista”. Quello che piazza cinque o sei uomini lì e dopo pochi minuti li sposta (o è costretto a farlo: vedi ieri, per via dell’infortunio lampo di Ferguson) di là; quello che gioca con un finto trequartista e con un centravanti vero ma fa credere a tutti che sia falso; con un esterno di centrocampo a piede invertito sulla fascia sinistra e un esterno d’attacco con il piede debole dall’altra parte. È accaduto, capiterà ancora.
Uno che cerca gioco e risultati ma che, in realtà, si interessa soltanto dei punti. E che per conquistarli fa un po’ il giochista, un po’ anche il risultatista ma fondamentalmente fa come gli pare. Cambia, sposta, modifica, ritocca, aggiusta. Il padrone assoluto della situazione. Attenzione: non che gli altri vanno in cerca di elogi disinteressandosi della classifica; c’è modo e modo, però, per arrivare a dama. Cioè per fare punti, che da sempre è l’essenza del calcio. Gian Piero Gasperini ha scelto quello più diretto e forse meno convenzionale.
Concetti di base e raffi ca di variazioni sul tema. Anche più volte durante la stessa partita. Una costante, ormai. Il puntista Gian Piero in 9 partite di campionato ha portato a casa 7 vittorie (…). Giocando spesso senza centravanti pur avendone uno in campo; vincendo più fuori che dentro l’Olimpico (…); continuando sistematicamente a fare impazzire tifosi e critici per non dare mai certezze sulla formazione scelta. Sbagliando, ovviamente, ma pure azzeccandone tante. Si dice: la Roma di Gasp non gioca bene. Però fa punti, la replica. Come nessun’altra squadra in Italia, Napoli escluso.
Contro il Parma, zero gol in trasferta al fischio d’avvio, successo con il ritorno – all’inizio – al modulo più utilizzato, cioè due trequartisti alle spalle della punta centrale, quindi con Dybala meno centravanti rispetto a Reggio Emilia. Poi, in fretta, per l’infortunio di Ferguson ecco ancora Paulo lì al centro dell’attacco, aiutato da Bailey e Soulé. Da quel momento è cominciata tutta un’altra partita, Roma in doppio vantaggio nella ripresa con un modulo stile Reggio Emilia e con i vorticosi cambi del tecnico (…), anche tattici (…) quindi l’inutile gol nel finale del Parma. E Gasp canta con la Sud: “Dammi i tre punti, non chiedermi niente”.
FONTE: Il Corriere dello Sport – Mimmo Ferretti











