Segna e incassa più gol, ha accumulato un ritardo maggiore in campionato mentre in Champions è quasi allo stesso punto. E il centrocampo rivoluzionato ha un’incidenza superiore nella produzione offensiva. Il confronto tra la prima e la seconda Roma targata Monchi-Di Francesco non è affatto impietoso come si prefigurava durante l’avvio di stagione. Tre vittorie nette in una settimana, una raffica di gol, un nuovo modulo dove gli interpreti si sono ritrovati a meraviglia, tanti giovani coinvolti: la svolta è servita.
Ma è solo l’inizio perché, come ha detto Dzeko dopo la tripletta al Viktoria Plzen, «siamo tutti lontani dal nostro massimo». Intanto dopo nove partite ufficiali tra campionato e Champions sono arrivate due vittorie e un pareggio in meno, e una sconfitta in più. Insomma il rendimento è peggiore ma non troppo, con un trend positivo che fa sperare sul lungo periodo. I gol segnati dai giallorossi di oggi sono 19 contro i 16 dell’inizio della passata stagione, i marcatori diversi sono già 11 e fra questi ci sono Pastore (2 centri), Pellegrini e Cristante. I tanto discussi cambiamenti operati da Monchi nella zona nevralgica del campo stanno portando i frutti sperati dal diesse: i centrocampisti finora hanno realizzato quatto gol e servito tre assist, mentre lo scorso anno il bottino parziale era di una sola rete (di Nainggolan) oltre a quattro assist compl