La Roma ha vinto una partita da grande squadra. Non per averla dominata (anche se nella ripresa è andata proprio così), ma per il modo con cui l’ha interpretata senza averla mai, proprio mai, considerata persa e neppure pareggiata. L’ha voluta e l’ha presa. E’ stata sotto nel gioco per mezz’ora e nel punteggio per 45 minuti, ma quando il Sassuolo ha terminato l’arrembaggio, la Roma ha disteso le vele ed è passata su un campo dove continua a vincere. Ancora una volta il suo protagonista è stato Edin Dzeko, una doppietta, con un rigore procurato, una traversa, capocannoniere con 10 reti, ma intorno al bosniaco, o meglio, alle sue spalle, la Roma è stata squadra.
AVVIO DEL SASSUOLO – Per venti minuti il Sassuolo non ha attaccato i giallorossi, li ha asfissiati. Pressing totale e portato con tutta la squadra, dagli esterni di centrocampo alla coppia centrale. Di questi quattro, Politano è il più vecchio, ha già…23 anni. Per Di Francesco il problema, come vedremo, è che non era prevedibile che il diciottenne Adjapong, il ventenne Pellegrini e il ventunenne Mazzitelli mollassero la presa tanto presto. Comunque all’inizio, per effetto di questa spinta massiccia e ben organizzata, la Roma ha barcollato fino a prendere il gol. La coppia di mediani De Rossi-Strootman non aveva il passo breve e rapido del Sassuolo che, persa palla, in un attimo si raccoglieva nel proprio centrocampo e ripartiva.
DEFREL SCOMBINATORE – Nel sistema studiato da Di Francesco, il giocatore che scombinava l’assetto romanista era Defrel: per la posizione (fra il centrocampo e Matri), per la qualità tecnica e soprattutto per la corsa continua e velocissima è diventato subito l’avversario più temibile. Non quanto Paolo Cannavaro, però, che ha segnato di testa dopo un’azione partita da lui stesso, con un anticipo secco su Dzeko in mezzo al campo, poi ha tirato e quando, sulla deviazione, la palla è arrivata a Politano, non è tornato indietro ma si è infilato in area, in attesa del cross e colpevolmente trascurato da Manolas. Poi Politano si è bevuto Emerson e ha piazzato l’assist.
LE TRAVERSE DELLA ROMA – La Roma trovava difficoltà a prendere lo spazio necessario per produrre la sua manovra d’attacco. E’ andata avanti così fino alla mezz’ora del primo tempo quando ha cominciato ad alzare il ritmo e in due occasioni, sventola di Nainggolan da 25 metri e girata in area di Dzeko, è stata fermata dalla traversa. E’ stato il momento in cui la partita ha cambiato corso: palla alla Roma, Sassuolo sempre più dietro e incapace di ripartire.
SOLO ROMA, TANTO DZEKO – Sulla spinta del finale del primo tempo, la squadra di Spalletti si è impossessata definitivamente della partita e ha schiacciato il Sassuolo nel proprio centrocampo. Gli emiliani avevano esaurito troppo presto le energie e non riuscivano più a ripartire. Tutti dietro a difendere quel vantaggio striminzito che Dzeko ha annullato al 12′ con un diagonale preciso, di sinistro, sul secondo palo. Di Francesco ha capito la difficoltà fisica della sua squadra, ha tolto l’evanescente Matri per mettere un centrocampista in più, Biondini. Il cambio successivo, però, è stato nefasto: fuori Gazzola, dentro Lirola, che ha perso palla e steso Dzeko in area. Rigore netto, bosniaco ancora a segno, Roma oltre il Sassuolo. Aveva fatto valere tutta la sua qualità tecnica e tutta la sua esperienza e ora insisteva per chiudere la gara a doppia mandata: l’attacco con botta finale di El Shaarawy è stato respinto da Consigli ma, come ai vecchi tempi, il rimorchio di Nainggolan ha travolto tutto e tutti. Tre a uno. Per lo scudetto la Roma c’è sempre, anche se dovrà fare a meno per un po’ di tempo di Florenzi: è uscito in barella, con le mani in faccia, trauma distorsivo al ginocchio. E’ un brutto colpo per Spalletti.